Programma: Mar 11 - 21 | Mer - Dom 11 - 19 | Lun chiuso
Biglietti: 12 € | 9 €
Luogo: Jeu de Paume
Indirizzo: 1 Place de la Concorde
La prima retrospettiva dopo 20 anni a Parigi dedicata al fotografo francese Luc Delahaye, un artista che fonde fotogiornalismo e arte contemporanea. Dopo una carriera come reporter di guerra negli anni ’90 e una collaborazione con l’agenzia Magnum, Delahaye ha orientato la sua pratica verso il grande formato e l’esposizione museale, mantenendo un forte collegamento al linguaggio documentaristico. Le sue immagini, spesso di dimensioni monumentali e realizzate in colori intensi, affrontano eventi e scenari che spaziano dalla guerra in Iraq e in Ucraina alle crisi ad Haiti e in Libia, fino a conferenze internazionali come quelle dell’OPEC e della COP. Le fotografie di Delahaye si distinguono per la loro composizione meticolosa: alcune sono scatti unici, altre risultano da processi digitali complessi che combinano decine di frammenti in un’unica immagine. In ogni caso, l’obiettivo è una rappresentazione del reale che non cerca di dimostrare, ma di mostrare, lasciando spazio a una “unità silenziosa” tra osservatore e soggetto. La mostra comprende circa quaranta opere, una video-installazione e nuove creazioni documentarie realizzate appositamente per l’occasione ed offre una panoramica su oltre venticinque anni di lavoro di Delahaye.
Il Musée d’Orsay presenta Point de départ, mostra dedicata a Bridget Riley che esplora le origini del suo linguaggio visivo. L’influenza di Georges Seurat e la nascita dell’Op Art vengono messe in dialogo attraverso opere e studi preparatori. Un viaggio alle radici di uno stile che ha trasformato la percezione in esperienza attiva.
Una grande retrospettiva a Parigi riporta al centro Philip Guston, l’artista che abbandonò l’astrazione per affrontare con ironia e grottesco i traumi politici e sociali degli anni Settanta. I suoi disegni satirici e i dipinti figurativi raccontano il coraggio di trasformare la pittura in strumento di critica e resistenza.
All’Orangerie di Parigi, una mostra riscopre Henri Rousseau come protagonista consapevole della modernità. Tra ingenuità e ambizione, il sogno del “doganiere” diventa la dichiarazione più audace della pittura moderna.
L’opera di John Adams torna a Parigi dal 24 febbraio al 20 marzo 2026. Con la regia di Valentina Carrasco, Nixon in China intreccia cronaca politica e linguaggio musicale minimalista per raccontare l’incontro tra Stati Uniti e Cina nel 1972.