Una mostra che è un omaggio poetico e visivo all’opera della celebre cineasta e fotografa francese Agnès Varda e che offre uno sguardo inedito sulla sua produzione fotografica e sul legame profondo che ha permeato tutta la sua carriera artistica con la città di Parigi. L'esposizione presenta oltre 130 fotografie, molte delle quali inedite, che documentano gli esordi di Varda come fotografa. Particolare attenzione è dedicata alla sua celebre corte-atelier in Rue Daguerre, nel 14° Arrondissement, dove visse e lavorò dal 1951 al 2019. Questo spazio fu non solo la sua casa, ma anche studio fotografico, laboratorio di sviluppo e luogo di esposizione. Negli anni '60, l'atelier divenne un punto di incontro per artisti e cineasti, tra cui il marito Jacques Demy. L’esposizione esplora anche il rapporto tra fotografia e cinema nell’opera di Varda, proponendo estratti di film girati a Parigi come Cléo de 5 à 7 (1962) e Daguerréotypes (1975). Attraverso questi lavori, emerge il suo sguardo unico sulla città, capace di fondere documentario e finzione con ironia e sensibilità. La mostra si completa anche con altro materiale espositivo tra cui oggetti personali, manifesti, documenti e una scultura della sua amata gatta Nini. Elementi che contribuiscono a delineare un ritratto intimo dell'artista, evidenziando la sua capacità di trasformare il quotidiano in arte.
Al White Cube di Parigi l’ultimo progetto artistico ideato da Robert Irwin prima della sua scomparsa nel 2023 presenta sculture e opere murali che riflettono la sua lunga indagine sulla percezione e sull’interazione tra luce e spazio.
L’Opéra Bastille di Parigi propone una nuova produzione de La Bohème di Giacomo Puccini, diretta da Claus Guth. Ambientata in un contesto futuristico, l’opera esplora l’amore e la giovinezza attraverso una scenografia innovativa e un cast internazionale.
In questa esposizione con una quarantina di artisti - da Auguste Rodin a Duane Hanson, da Georg Baselitz ad Ana Mendieta, da David Hammons a Marlene Dumas, da Arthur Jafa ad Ali Cherri - che attraverso la pittura, la scultura, la fotografia, il video e il disegno, esplorano i legami tra il corpo e la mente nell'arte contemporanea.
Una mostra dedicata a Gabrielle Hébert (1853 - 1934), fotografa francese di origine tedesca e moglie del pittore Ernest Hébert. Attiva tra il 1888 e il 1908, Gabrielle documentò la vita quotidiana a Villa Medici a Roma, dove il marito era direttore dell'Accademia di Francia.