Incredibile ma vero, Shanghai vanta uno dei paesaggi Art Déco più estesi al mondo e ospita il maggior numero di edifici liberty di tutta l’Asia. Alla fine degli anni Venti, il più grande progetto in stile Belle Époque, pensato per celebrare la città, è nato proprio qui. Si chiamava The Greater Shanghai Plan: un piano audace e a dir poco utopico, figlio di un ideale ambizioso che perseguiva l’intento di dare una vita ugualmente dignitosa a tutti i cittadini cinesi e proiettare Shanghai, e la Cina intera, nel futuro. Riguardava la parte Nord di quella Shanghai che, all’inizio del Novecento, era già un incredibile melting pot cosmopolita, dove sussistevano forti contrasti tra i ricchi e le fasce più povere della popolazione. Lo stesso staff di urbanisti e architetti del Greater Shanghai Plan era composto da americani, tedeschi e cinesi. Un piano ispirato al libro Garden Cities of Tomorrow, pubblicato nel 1902 dall'esperto britannico Ebenezer Howard. Il progetto era iniziato ufficialmente nel 1931, ma è poi andato in fumo a causa dello scoppio della guerra nel 1937. Di quello “spirito della nuova era” sono oggi visibili pochi, magnifici edifici, tra cui il Municipio: reliquia - forse un pochino nostalgica, ma unica e affascinante - di un grande sogno infranto.
Fili, seta e oggetti comuni: Lin Tianmiao usa il corpo come strumento critico e ricompone il reale in installazioni dove controllo ed entropia si sfidano.
Executed with precision and artistry, the holiday programme, from dining to décor and gifts, is a celebration for the senses, inviting guests to gather with those closest to them.