Con Nula, Irena Haiduk firma un progetto ibrido che è al tempo stesso film in produzione, mostra attiva ed esperimento sociale. In scena al Rockbund Art Museum di Shanghai, l’opera trasforma il museo in una “camera” che accumula, proietta e trasmette immagini e desideri. Ambientato nella Jugoslavia degli anni ’90, Nula racconta la disgregazione di una società tra guerra e inflazione, seguendo tre donne che si reinventano per sopravvivere. Le riprese, aperte al pubblico, coinvolgono i visitatori in un’economia partecipativa: ciascuno riceve una banconota simbolica e può entrare nel racconto assumendo ruoli e compiti. Il museo diventa così studio cinematografico e dispositivo narrativo, dove ogni presenza modifica la scena. Con la fotografia di Manuel Alberto Claro e tratto da un romanzo autofinzionale, Nula esplora come il desiderio e il valore si ridefiniscano nei luoghi dell’arte.
Tra specchi, luce e argilla, Ako Goto costruisce un mondo sospeso dove lo sguardo si trasforma in presenza e il riflesso diventa voce muta di ciò che è assente ma continua a parlarci.