La poesia inquieta della fotografia

La poesia inquieta della fotografia
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Torbjørn Rødland, Songs for the Sun | Courtesy Yuz Museum Shanghai

Lo Yuz Museum accende i riflettori su Songs for the Sun, prima personale in Cina di Torbjørn Rødland, fotografo norvegese considerato tra le voci più radicali della scena contemporanea. Le sue immagini sembrano uscire da un sogno perturbante: un cibo succulento collocato in contesti surreali, modelli in pose innaturali con sguardi vuoti, ritratti che assumono l’aura solenne di un rito religioso. Tutto è familiare e insieme straniante, dolce e disturbante. Rødland, fedele alla fotografia analogica in piena era digitale, affida ancora alla pellicola e allo sviluppo in camera oscura il compito di restituire il peso fisico dell’immagine. Una scelta che diventa dichiarazione di poetica: ricordarci che la fotografia non è solo consumo istantaneo, ma anche tempo, materia, attesa. In mostra oltre vent’anni di ricerca, dai primi scatti che giocano con i codici della pubblicità e della cultura pop, fino ai paesaggi essenziali, misurati, in cui l’artista rifugge lo spettacolare per inseguire un fragile equilibrio tra normalità e anomalia. Songs for the Sun è un viaggio visivo senza risposte univoche, un enigma poetico che ribalta certezze e ci lascia sospesi tra attrazione e inquietudine.
Viola Canova - © 2025 ARTE.it per Bvlgari Hotel Shanghai