Nato a Gianyar nel 1996 e diplomato all'Istituto d'Arte Indonesiano di Yogyakarta, Ketut Nugi è un artista multidisciplinare ampiamente riconosciuto anche per la sua forte impronta stilistica. Affascinato dalla storia di Bali, Nugi ha iniziato a studiare le immagini figlie del colonialismo dell’inizio del XX secolo concentrandosi soprattutto sull’illustratore messicano Miguel Covarrubias e sul fotografo tedesco Gregor Krause che hanno contribuito alla creazione di un linguaggio e di un immaginario colonialista dell’isola. La sue installazioni si avvicinano ai manifesti, a cartoline di denuncia affisse su strutture fragili, in bilico o deformate. Le insegne riportano chiare scritte in forte contrasto con le scene ritratte o descrittive e dallo stile commerciale. Un ritorno critico al passato che secondo l’artista ha plasmato l’odierna Bali, una messa in discussione della mercificazione della cultura che ha trasformato l’identità nazionale. Nugi invita i giovani balinesi ad avere un approccio più lucido nei confronti di una modernizzazione senza controllo e a non abbandonare i valori tradizionali, e lo fa con un linguaggio contemporaneo e di rottura.
Pura Sada Kapal: il tempio che cambia per la fede e per i secoli
Le vicissitudini legate alla sua distruzione per un terremoto e la sua ricostruzione dovuta alla fede degli abitanti del villaggio in cui si trova, ne fanno un luogo dalla storia e dall’aspetto affascinante e unico.
Quando Michael White, a quel tempo giovane studente di architettura di Sydney salpò per Bali nel 1973, rimase così colpito dall'isola che decise di non tornare più indietro. Made Wijaya, questo il nome che si diede dopo la conversione all'induismo, ha mappato gli edifici storici e i giardini tropocali di Bali, lasciando un patrimonio fotografico di grande valore.
Il copricapo femminile che narra storie e tradizioni
Parte dell’abito cerimoniale, il tradizionale copricapo dorato è un ornamento femminile indossato nei grandi giorni: il matrimonio e il raggiungimento della maggiore età.