Quello che sicuramente rimane impresso nella memoria dopo un viaggio a Bali sono i colori, i toni del verde delle coltivazioni e delle foreste, i tramonti, le acque cristalline, ma soprattutto i colori delle stoffe e dei broccati degli abiti sacri, dei fiori e della frutta offerti in dono durante le cerimonie, tutto parla attraverso i colori diventando identità visiva dell’isola. Non meraviglia quindi scoprire che a Bali c’è il Nawasanga, una ruota dei colori che mappa tutti gli aspetti della realtà. Le sue origini sono da identificarsi con le tradizioni indù e buddiste di Giava del XIII-XVI secolo, che si fusero con quelle di Bali focalizzate sulla natura e sugli antenati. Nel cerchio del Nawasanga vengono identificate nove aree sacre, otto orientamenti della bussola e il centro, ad ogni area corrisponde un colore. Attraverso tale sistema si compongono le associazioni tra divinità, templi, parti del corpo, vegetali, giorni della settimana. Fondamentale nel Nawasanga è l’equilibrio nella dualità che definisce l’ordine cosmico, metafora di tale equilibrio è il binomio del bianco e del nero ma tutti i colori racchiusi nella ruota contribuiscono ad attivare il potere suggestivo della mente.
Il Monte Batur e la sua storia nel Geopark Batur Museum
Situato a Sud del Monte Batur, il Batur Geopark Museum fornisce informazioni sulla diversità geologica, biologica e culturale dell'area circostante. È stato costruito dopo che la regione della Caldera di Batur è entrata a far parte della rete globale dei Geoparchi dell'UNESCO nel settembre 2012.