Quello che sicuramente rimane impresso nella memoria dopo un viaggio a Bali sono i colori, i toni del verde delle coltivazioni e delle foreste, i tramonti, le acque cristalline, ma soprattutto i colori delle stoffe e dei broccati degli abiti sacri, dei fiori e della frutta offerti in dono durante le cerimonie, tutto parla attraverso i colori diventando identità visiva dell’isola. Non meraviglia quindi scoprire che a Bali c’è il Nawasanga, una ruota dei colori che mappa tutti gli aspetti della realtà. Le sue origini sono da identificarsi con le tradizioni indù e buddiste di Giava del XIII-XVI secolo, che si fusero con quelle di Bali focalizzate sulla natura e sugli antenati. Nel cerchio del Nawasanga vengono identificate nove aree sacre, otto orientamenti della bussola e il centro, ad ogni area corrisponde un colore. Attraverso tale sistema si compongono le associazioni tra divinità, templi, parti del corpo, vegetali, giorni della settimana. Fondamentale nel Nawasanga è l’equilibrio nella dualità che definisce l’ordine cosmico, metafora di tale equilibrio è il binomio del bianco e del nero ma tutti i colori racchiusi nella ruota contribuiscono ad attivare il potere suggestivo della mente.
Pura Sada Kapal: il tempio che cambia per la fede e per i secoli
Le vicissitudini legate alla sua distruzione per un terremoto e la sua ricostruzione dovuta alla fede degli abitanti del villaggio in cui si trova, ne fanno un luogo dalla storia e dall’aspetto affascinante e unico.
Sulle colline di Bali, Ubud sorge al confine tra la foresta tropicale e le risaie terrazzate costellate di templi e santuari indù, tra i più famosi dell'isola.