Il cibo, i riti, le danze e il teatro, tutto a Bali è popolato dalle divinità. Una delle figure maggiormente rappresentate dell'articolata mitologia induista è indubbiamente Ganesha, dio molto amato e invocato, la cui importanza può essere attribuita alla sua capacità di rimuovere gli ostacoli. È la divinità del successo e per questa ragione ne viene invocata la grazia prima di iniziare qualsiasi attività, come ad esempio un viaggio, un esame, un colloquio di lavoro, un affare, una cerimonia, o un qualsiasi evento importante. La caratteristica più distintiva della rappresentazione di Ganesha è la testa di elefante con grandi orecchie che spesso si protendono lateralmente e che simboleggiano saggezza, capacità di ascolto e di riflessione sulle verità spirituali. La testa può variare nelle forme e nei dettagli artistici, ma la presenza delle lunghe zanne di elefante, di cui una spezzata, è una caratteristica comune come gli occhi grandi e le sue molte mani, che simboleggiano il potere e la sua abilità a svolgere diverse azioni simultaneamente. Adorare Ganesha è un modo per il popolo balinese di ricevere benedizioni, protezione e guida nella vita.
Quando Michael White, a quel tempo giovane studente di architettura di Sydney salpò per Bali nel 1973, rimase così colpito dall'isola che decise di non tornare più indietro. Made Wijaya, questo il nome che si diede dopo la conversione all'induismo, ha mappato gli edifici storici e i giardini tropocali di Bali, lasciando un patrimonio fotografico di grande valore.