Antica statua di Kumbhakarna Rakshasa combattente dalla leggenda epica indù Ramayana nel Giardino Botanico di Bedugul | Foto: Denis Moskvinov via Shutterstock
Con 157 ettari di parco da esplorare e 2.400 specie vegetali per un totale di 21 mila piante, il Giardino Botanico di Bali è il più vasto dell’Indonesia: un paradiso di biodiversità a 1300 metri sul livello del mare che esprime tutta la ricchezza della natura dell’isola. Adagiato sulla collina della caldera vulcanica di Bedugul, il parco è rinomato per i suoi spettacolari panorami: nelle giornate limpide lo sguardo spazia fino al Lago Bratan, tra rigogliose foreste pluviali di montagna. Ottanta specie di uccelli, toporagni e macachi popolano l’area. Ma l’attrazione principale è rappresentata dalle meraviglie del mondo vegetale: la bellissima raccolta di orchidee, il giardino acquatico, le piante carnivore, le gigantesche felci arboree e una delle più grandi collezioni di begonie esistenti al mondo sono solo alcuni esempi dell’immenso patrimonio custodito nel Giardino Botanico. I più curiosi non perderanno la sezione dedicata alle piante cerimoniali e alle piante della medicina tradizionale balinese: una finestra sulla cultura dell’isola e sulla simbiosi millenaria che lega gli abitanti al loro ambiente. Fontane e sentieri segnano gli itinerari da percorrere a piedi, mentre una strada ad anello permette di spostarsi in auto attraverso la foresta. Tappa imperdibile di qualsiasi visita è il pendio superiore della Collina di Tapak, dove ammirare un gigantesco esemplare di banyan o ficus benghalensis, in assoluto l’albero più fotografato del parco.
Quando Michael White, a quel tempo giovane studente di architettura di Sydney salpò per Bali nel 1973, rimase così colpito dall'isola che decise di non tornare più indietro. Made Wijaya, questo il nome che si diede dopo la conversione all'induismo, ha mappato gli edifici storici e i giardini tropocali di Bali, lasciando un patrimonio fotografico di grande valore.
Il Monte Batur e la sua storia nel Geopark Batur Museum
Situato a Sud del Monte Batur, il Batur Geopark Museum fornisce informazioni sulla diversità geologica, biologica e culturale dell'area circostante. È stato costruito dopo che la regione della Caldera di Batur è entrata a far parte della rete globale dei Geoparchi dell'UNESCO nel settembre 2012.
Scritto dallo studioso balinese I Made Bandem e dallo storico dell'arte americano Bruce W. Carpenter, questo splendido studio sulle maschere come antica forma d'arte è un libro riccamente illustrato, con oltre 1000 immagini a colori del fotografo Doddy Obenk.