Indirizzo: Jalan Gautama 10, Padangtegal Kaja, Ubud
Impossibile sfuggire al fascino delle stoffe colorate realizzate a batik che si vedono in giro a Bali, tutte diverse e tutte uniche. Eppure questi disegni così complessi e raffinati hanno alle spalle una lunga tradizione. Già in uso intorno al 1600, la tecnica del batik era inizialmente riservata ai tessuti degli abiti delle donne nobili e poi si è diffusa in tutto l'arcipelago indonesiano, divenendo la materia prima del costume nazionale con schemi che si ripetono da secoli. Ma come viene realizzato? Con uno strumento a beccuccio noto come "canting", la cera viene utilizzata per sigillare la stoffa, per impermeabilizzarla, con un’immagine che rimarrà di un colore diverso rispetto a quello in cui viene tinto il tessuto. Avere la possibilità di eseguire un batik significa realizzare un lavoro che è una vera e propria creazione artistica. Con i corsi al Nirvana Batik c’è la possibilità di praticare questa tecnica tradizionale anche se non si ha dimestichezza con il disegno.
Uomo e natura in perfetto equilibrio: il sistema del subak
Il suolo fertile e il clima particolarmente umido hanno reso Bali uno dei luoghi più adatti alla produzione del riso. Ma ciò che rende unico il riso balinese è il modo in cui viene coltivato: ripide terrazze alimentate da un sistema di irrigazione ideato nel IX secolo e conosciuto come subak.
Scritto dallo studioso balinese I Made Bandem e dallo storico dell'arte americano Bruce W. Carpenter, questo splendido studio sulle maschere come antica forma d'arte è un libro riccamente illustrato, con oltre 1000 immagini a colori del fotografo Doddy Obenk.
Quando Michael White, a quel tempo giovane studente di architettura di Sydney salpò per Bali nel 1973, rimase così colpito dall'isola che decise di non tornare più indietro. Made Wijaya, questo il nome che si diede dopo la conversione all'induismo, ha mappato gli edifici storici e i giardini tropocali di Bali, lasciando un patrimonio fotografico di grande valore.