Luogo: Museum Pustaka Lontar Desa Wisata Dukuh Penaban
Indirizzo: Desa Adat Dukuh Penaban, Karangasem, Kec. Karangasem, Kabupaten Karangasem
L’affascinante bagaglio culturale balinese che si ha la fortuna di poter conoscere oggi, ricco di conoscenza e saggezza, è stato preservato e tramandato di generazione in generazione fin dai tempi antichi da sapienti mani su manoscritti di foglie di palma, poho ental, che si trovano nella zona Est di Bali. Lontar (dal giavanese arcaico “ron” - foglia e “tal” - albero rontal) sono considerati dei veri e propri libri di storia, un’enciclopedia a cui attingere ogni qualvolta si cerchino risposte ad argomenti di ogni tipo, che sia un interrogativo esistenziale o un consiglio di vita quotidiana. Queste foglie sacre, catalogate e nominate per argomento, sono il risultato di un lungo e meticoloso procedimento. Dopo essere state colte ed essiccate, vengono bagnate per tre giorni e successivamente pulite, asciugate e cotte al vapore. Dopo essere nuovamente asciugata, ogni foglia viene perforata, legata e pressata. Dopodiché le si dà la forma e con una vernice il colore rosso che caratterizza i lontar. Passeranno poi sei mesi prima che un lontar possa essere iscritto con un pengerupak, uno strumento speciale in ferro con la punta triangolare molto affilata. Sui lontar sono trascritti regolamenti e rituali religiosi (agama lontar), informazioni di medicina (usada lontar) e astronomia (wariga lontar). E ancora, poemi epici (itahasa lontar), storia balinese (babad lontar) e storia dell'antica letteratura indiana in sanscrito (tantri lontar), arti dello spettacolo e disegni wayang su lontar illustrati (prasi lontar). Ma vi si trovano anche pratiche di giardinaggio e semplici indicazioni per affrontare i problemi di tutti i giorni. Questi manoscritti sono considerati sacri dal popolo balinese, che segue gli insegnamenti per raggiungere Saraswati, la dea della conoscenza e in suo onore, ogni sei mesi, viene celebrato il Kliwon Wuku Watugunung, una cerimonia "lontar" .
Scritto dallo studioso balinese I Made Bandem e dallo storico dell'arte americano Bruce W. Carpenter, questo splendido studio sulle maschere come antica forma d'arte è un libro riccamente illustrato, con oltre 1000 immagini a colori del fotografo Doddy Obenk.
Quando Michael White, a quel tempo giovane studente di architettura di Sydney salpò per Bali nel 1973, rimase così colpito dall'isola che decise di non tornare più indietro. Made Wijaya, questo il nome che si diede dopo la conversione all'induismo, ha mappato gli edifici storici e i giardini tropocali di Bali, lasciando un patrimonio fotografico di grande valore.
Uomo e natura in perfetto equilibrio: il sistema del subak
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Pura Sada Kapal: il tempio che cambia per la fede e per i secoli
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