Considerato come il più importante dei templi per i Subak, cooperative che gestiscono i diritti idrici per la coltivazione del riso, il tempio fu costruito nel XVIII secolo ma le sue origini sembra risalgano all'XI secolo. Forse è proprio la sua lunga storia a portare con sé la differenza di Ulun Siwi dagli altri templi, la sua struttura è infatti insolitamente rivolta verso Est (non verso Sud) e i devoti pregano guardando ad Ovest invece che a Nord. Probabilmente fu il suo costruttore Mpu Kuturan, che lo orientò verso il Monte Semeru situato a Giava orientale, invece che verso il Monte Agung nel Nord di Bali. Fondamentale per i coltivatori di riso, che ivi pregano per la fertilità della terra, il tempio è il luogo dove si crede di ottenere un’acqua santa particolarmente efficace contro gli insetti. La zona in cui l'edificio sorge è relativamente centrale, ma trovandosi su di un’altura l’aria è fresca e piacevole soprattutto durante le cerimonie serali. Nonostante si trovi di fronte al mercato mattutino, Ulun Siwi mantiene una sacralità riservata, uno spazio intimo dedicato alla popolazione locale e a chi abbia bisogno di una pausa di tranquillità.
Il copricapo femminile che narra storie e tradizioni
Parte dell’abito cerimoniale, il tradizionale copricapo dorato è un ornamento femminile indossato nei grandi giorni: il matrimonio e il raggiungimento della maggiore età.
Pigmenti e coloranti naturali nell'artigianato tradizionale balinese
I colori giocano un ruolo vitale nella cultura e nell’identità balinesi: sono simbolici e le loro origini sono sacre. Le arti e i mestieri tradizionali balinesi derivano dall'interconnessione tra l'uomo, le forze della natura e il cosmo, dando vita ad un'unità divina.
Pura Sada Kapal: il tempio che cambia per la fede e per i secoli
Le vicissitudini legate alla sua distruzione per un terremoto e la sua ricostruzione dovuta alla fede degli abitanti del villaggio in cui si trova, ne fanno un luogo dalla storia e dall’aspetto affascinante e unico.
Scritto dallo studioso balinese I Made Bandem e dallo storico dell'arte americano Bruce W. Carpenter, questo splendido studio sulle maschere come antica forma d'arte è un libro riccamente illustrato, con oltre 1000 immagini a colori del fotografo Doddy Obenk.