Amore, ingranaggi e rivoluzione: Niki, Jean e Pontus al Grand Palais

Amore, ingranaggi e rivoluzione: Niki, Jean e Pontus al Grand Palais
#Exhibitions
Niki de Saint Phalle, Photo de la Hon repeinte, 1979 - courtesy © <span style="caret-color: #000000; color: #000000; font-family: Helvetica; font-size: 12px; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; orphans: auto; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px; -webkit-text-size-adjust: auto; -webkit-text-stroke-width: 0px; text-decoration: none; display: inline !important;

L’esposizione Niki de Saint Phalle, Jean Tinguely, Pontus Hultén, in programma alle Galeries Nationales du Grand Palais, segna uno dei primi grandi eventi dopo il restauro e la riapertura progressiva del monumentale complesso parigino, chiuso dal 2021 per importanti lavori di rinnovamento. La mostra celebra il sodalizio artistico e personale tra la scultrice franco-americana Niki de Saint Phalle e l’artista svizzero Jean Tinguely, ripercorrendo le loro creazioni più emblematiche e il loro approccio giocoso, critico e rivoluzionario, vicino alle poetiche del Nouveau Réalisme. Le celebri Nanas di Niki, le macchine cinetiche di Tinguely e installazioni come Le Crocodrome de Zig & Puce o la Fontana Stravinsky diventano parte di un racconto immersivo, arricchito da opere meno note, filmati d’epoca e documenti inediti. Al centro dell’allestimento si colloca la figura di Pontus Hultén, primo direttore del Centre Pompidou e persona chiave nella valorizzazione dell’opera di entrambi. Fu lui a sostenere i due artisti attraverso importanti retrospettive, acquisizioni museali e progetti pubblici che resero le loro visioni accessibili ad un vasto pubblico. La mostra presenta prestiti internazionali e materiali d’archivio che raccontano non solo le opere ma anche la relazione profonda che univa Niki e Jean, fatta di complicità, affetto e tensione creativa. L’esposizione propone uno sguardo nuovo sull’arte partecipativa e sovversiva della seconda metà del Novecento, restituendo al pubblico un universo di colori, ingranaggi, ironia e poesia, in cui la macchina e il corpo, l’attivismo e l’immaginazione si intrecciano senza confini.
Veronica Azzari - © 2025 ARTE.it per Bvlgari Hotel Paris