Nyaman Gallery tra arte contemporanea e design locale
Data di apertura: 1-giu-2022
Data di chiusura: 31-dic-2030
Programma: Lun - Sab 9 - 21 | Dom chiuso
Biglietti: Ingresso libero
E-mail:
Luogo: Nyaman Gallery
Indirizzo: Jl. Raya Basangkasa 88, Seminyak
La Nyaman Gallery, tra le gallerie più influenti di Bali, è uno spazio multidisciplinare dove arte urbana, artigianato, fotografia e design si fondono in armonia per un’esperienza totale sull’arte locale e internazionale. Tappa immancabile per appassionati d’arte e curiosi dei fermenti culturali, la galleria è stata fondata a Seminyak nel 2015 da Melvine Amar, curatrice francese, che l’ha battezzata con la parola indonesiana “nyaman", che significa accogliente o confortevole, in nome di una filosofia inclusiva e di un ritmo vitale ed estetico rappresentato dagli artisti ospitati. Il locale a più piani accoglie un mix eterogeneo di materiali e linguaggi per una collezione di emergenti indonesiani e stranieri, ma anche di affermati artisti internazionali che risiedono a Bali e la cui produzione spazia dalle arti tradizionali alle più contemporanee, senza mai tralasciare il rapporto con il territorio. Così i volti delle bellezze balinesi e i loro costumi assumono forme inusuali attraverso differenti media o ripresi dall’obiettivo di un fotografo, mentre ritratti su tela in stile street, strizzano l’occhio dalle pareti della città e vengono affiancati da visioni oniriche o da enormi collage, da gioielli, maschere o lampade, oggetti unici che nascono dalla sapienza e dalla cultura indonesiana.
Il copricapo femminile che narra storie e tradizioni
Parte dell’abito cerimoniale, il tradizionale copricapo dorato è un ornamento femminile indossato nei grandi giorni: il matrimonio e il raggiungimento della maggiore età.
Sulle colline di Bali, Ubud sorge al confine tra la foresta tropicale e le risaie terrazzate costellate di templi e santuari indù, tra i più famosi dell'isola.
Quando Michael White, a quel tempo giovane studente di architettura di Sydney salpò per Bali nel 1973, rimase così colpito dall'isola che decise di non tornare più indietro. Made Wijaya, questo il nome che si diede dopo la conversione all'induismo, ha mappato gli edifici storici e i giardini tropocali di Bali, lasciando un patrimonio fotografico di grande valore.