Indirizzo: Banjar Dinas Tangeb, Banjar Tegeha, Kabupaten Buleleng
Tra gli innumerevoli tempi indù disseminati sull’isola c’è un unico e maestoso monastero buddhista che va assolutamente messo nella to-do list dei luoghi da visitare. Che sia per prendersi qualche momento per meditare o sfogliare un libro in una delle biblioteche, sarà piacevole e interessante curiosare tra le tante "stanze" del complesso alla scoperta di questa affascinante religione e osservare i bhiku nel momento della preghiera nella Dharmasala situata nella parte orientale. Brahma Vihara Arama (letteralmente "luogo per l'auto-allenamento") è situato a Nord di Bali, sulla Collina di Banjar, vicino a Lovina e la sua principale attrazione è considerata l'incredibile replica in miniatura di Borobudur, il più grande sito archeologico buddista del mondo Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Da quando ha aperto nel 1970 il monastero è diventato subito luogo di pellegrinaggio sacro per migliaia di visitatori e di fedeli. Nel suo magico miscuglio di stili thailandese e balinese con decorazioni colorate, il tetto arancione brillante e statue di Buddha, il tempio accoglie i suoi visitatori con un laghetto di fiori circondato da statue locali per poi accompagnarli ai ripidi scalini da cui godere della sensazionale vista sulla valle. È bene informarsi sul calendario degli eventi per programmare una lezione di meditazione nella sala Uposatha Gara immersi nella tranquillità quasi surreale di questo tempio mistico o assistere ad una processione di monaci buddisti durante un giorno sacro come Asada o Vesak.
Uomo e natura in perfetto equilibrio: il sistema del subak
Il suolo fertile e il clima particolarmente umido hanno reso Bali uno dei luoghi più adatti alla produzione del riso. Ma ciò che rende unico il riso balinese è il modo in cui viene coltivato: ripide terrazze alimentate da un sistema di irrigazione ideato nel IX secolo e conosciuto come subak.
Pigmenti e coloranti naturali nell'artigianato tradizionale balinese
I colori giocano un ruolo vitale nella cultura e nell’identità balinesi: sono simbolici e le loro origini sono sacre. Le arti e i mestieri tradizionali balinesi derivano dall'interconnessione tra l'uomo, le forze della natura e il cosmo, dando vita ad un'unità divina.
Quando Michael White, a quel tempo giovane studente di architettura di Sydney salpò per Bali nel 1973, rimase così colpito dall'isola che decise di non tornare più indietro. Made Wijaya, questo il nome che si diede dopo la conversione all'induismo, ha mappato gli edifici storici e i giardini tropocali di Bali, lasciando un patrimonio fotografico di grande valore.