Arrivati a Bali è facile perdersi con lo sguardo nel territorio incontaminato, ma si rimane ugualmente affascinati dall’opera dell’uomo che ha piegato ai propri usi la natura, restituendo al paesaggio grazia ed eleganza. C’è tuttavia un altro spazio verde a Bali, meno ampio delle risaie o delle lussureggianti foreste, ugualmente importante, che riesce a parlare di tradizione, estetica e socialità: il telajakan. Il telajakan è il giardino delle case a Bali, una striscia di verde tra il muro di un edificio residenziale e il percorso pedonale. La distanza dal corpo stradale è variabile, dettata dalle regole dell’architettura tradizionale dell’isola e si aggira generalmente sui due metri. Quest’area ha molteplici funzioni come la fornitura di materiali vegetali e floreali per i rituali quotidiani balinesi, la regolazione dell'acqua piovana, e all'occorrenza può essere occupata da venditori ambulanti. Le piante vengono utilizzate come protettori, come colture di copertura (ad esempio gli alberi di cocco), per le cerimonie religiose, per ottenere spezie, anche a scopi medicinali, o semplicemente per la loro funzione estetico-decorativa con fiori di ylang-ylang, frangipane, ibisco e cempaka, una varietà infinita che favorisce la rigenerazione naturale.
Uomo e natura in perfetto equilibrio: il sistema del subak
Il suolo fertile e il clima particolarmente umido hanno reso Bali uno dei luoghi più adatti alla produzione del riso. Ma ciò che rende unico il riso balinese è il modo in cui viene coltivato: ripide terrazze alimentate da un sistema di irrigazione ideato nel IX secolo e conosciuto come subak.
Il Bali Kite Festival si tiene solitamente sulla spiaggia vicino a Sanur tra luglio e agosto, la stagione ventosa di Bali. In tutta la zona, far volare gli aquiloni è un modo per la popolazione locale di ringraziare gli Dei per aver dato loro un raccolto eccezionale e propiziarsi il futuro.