Bali ha una cultura unica e speciale e talvolta meraviglia per la sua singolarità culturale. Può infatti sembrare davvero insolito, ma a Bali i giorni sono scanditi da due differenti calendari: Saka, basato sulle fasi lunari, e Pawukon, che ha una suddivisione temporale completamente diversa e deriva dai cicli di coltivazione del riso. L’anno del calendario Saka è di dodici mesi di circa 30 giorni ciascuno, ma per evitare la perdita di sincronizzazione viene aggiunto un mese in più (chiamato mese intercalare) dopo l’undicesimo o il dodicesimo. Invece un anno Pawukon è composto da 6 mesi di 35 giorni, per un totale di 210 giorni, ed è suddiviso secondo un sistema di dieci settimane (wara) che durano da uno a 10 giorni. È questo il calendario secondo il quale vengono fissate le date per molte delle feste e dei festival tradizionali balinesi, come Galungan e Kuningan, Sarasawati o altre grandi cerimonie che vengono celebrate ogni anno. Anche i compleanni dei balinesi quindi sono festeggiati due volte, una data è quella internazionale e l’altra è quella che cade ogni 210 giorni, giorno chiamato otonan, celebrato con offerte e una piccola cerimonia. La lettura di questo calendario è abbastanza difficile anche per i balinesi, che tuttavia sono convinti che ci siano giorni speciali e adatti per le singole attività, per cui si recano da un sacerdote che li aiuta a districarsi tra le festività.
Il capodanno cinese saluta l’arrivo dell’Anno del Drago
Seppur in prevalenza di religione induista, Bali ospita un'importante comunità cinese che in occasione del capodanno organizza eventi dall’estetica unica con un mix di tradizioni cinesi, fascino balinese e cucina fusion.
Il Bali Kite Festival si tiene solitamente sulla spiaggia vicino a Sanur tra luglio e agosto, la stagione ventosa di Bali. In tutta la zona, far volare gli aquiloni è un modo per la popolazione locale di ringraziare gli Dei per aver dato loro un raccolto eccezionale e propiziarsi il futuro.
Scritto dallo studioso balinese I Made Bandem e dallo storico dell'arte americano Bruce W. Carpenter, questo splendido studio sulle maschere come antica forma d'arte è un libro riccamente illustrato, con oltre 1000 immagini a colori del fotografo Doddy Obenk.