Indirizzo: Great Russell St, Bloomsbury, London WC1B 3DG
Il British Museum conserva un’importante collezione di stampe e disegni di Rembrandt van Rijn, uno dei più grandi e prolifici artisti di sempre, noto per i suoi ritratti e per lo studio della luce. Eppure pochi forse sanno che non sempre i lavori del Maestro furono accolti con lode mentre era vita. Acuto osservatore del mondo naturale e del corpo femminile, Rembrandt ha trasgredito le convenzioni artistiche del suo tempo, raffigurando il corpo delle donne in carne ed ossa in modo molto, forse troppo, realistico. Un esempio su tutti il disegno di Diana, la casta dea mitologica della caccia, esempio classico di bellezza. Ispirandosi ad una modella dal vivo, Rembrandt raffigura Diana sorpresa in un momento privato, con la sua pelle flaccida e rugosa ben in vista. Uno stile nudo e crudo che suscitò aspre critiche nei confronti del Maestro. Poco dopo la morte dell’artista, il poeta olandese Andries Pels affermò che Rembrandt aveva scelto deliberatamente di rappresentare una "volgare contadina" al posto di una "Venere greca". L'autore britannico Benjamin Robert Haydon arrivò a dichiarare che le "nozioni di Rembrandt sulle delicate forme delle donne avrebbero spaventato un orso artico". La collezione delle stampe e dei disegni di Rembrandt è visitabile solo su appuntamento a causa della natura sensibile alla luce delle opere di carta.
Una mostra celebra Edwin Austin Abbey, artista americano del XIX secolo, presentando il suo studio per l'opera monumentale The Hours destinata al Campidoglio della Pennsylvania.
Dopo 25 anni al British Museum una mostra per esplorare l'arte e l'eredità di Hiroshige attraverso un'importante collezione privata statunitense, oltre a stampe, disegni, libri illustrati e dipinti dalla collezione del museo britannico e di altri prestiti internazionali.
Una mostra per raccontare il Pittorialismo: il primo movimento internazionale di fotografia artistica, sviluppatosi in tutto il mondo dal 1880 al 1960.
Nel 1924, il V&A riceve una donazione di oltre 80.000 locandine, programmi ed oggetti dalla collezionista Gabrielle Enthoven. La donazione segnò l'inizio della raccolta di materiale teatrale da parte del museo, che da allora si è evoluta nella National Collection of Performing Arts del Regno Unito.