Frida Kahlo, <em>Senza titolo (Autoritratto con collana di spine e colibrì)</em>, 1940, Olio su tela montata u tavola, Nickolas Muray Collection of Mexican Art, 66.6. Harry Ransom Center
A cura del Museum of Fine Arts di Houston, la mostra presenterà oltre 130 opere della celebre pittrice messicana, tra cui dipinti, disegni, fotografie, documenti e oggetti personali provenienti dagli archivi di Kahlo. L’allestimento intende tracciare i “molti sé” di Frida: la moglie, l’attivista, l’intellettuale e l’artista moderna. Uno spazio sarà dedicato ai membri delle generazioni successive - più di 80 artisti ispirati da Kahlo - e al fenomeno globale della “Fridamania”, con più di 200 oggetti di merchandising. L’esposizione è nata con la volontà di separare Frida Kahlo artista dal suo fenomeno mediatico: secondo la curatrice Mari Carmen Ramírez, la mostra rivela come l’immagine di Kahlo sia stata rielaborata da artisti e attivisti per commentare questioni contemporanee. L’approdo a Londra segue la tappa texana (Houston, gennaio-maggio 2026), valorizzando il dialogo tra l’opera e la sua fortuna critica e pop. Frida Kahlo (1907 - 1954) è celebre per i suoi autoritratti, frutto di un linguaggio figurativo intenso e autobiografico, segnato da profonde sofferenze fisiche e da una forte identità messicana. Solo nel secondo Novecento ha assunto un ruolo centrale nell’arte globale, grazie a correnti femministe, Chicano e LGBTQ+, così come a iniziative curatoriali dalla fine degli anni Settanta. Protagonista di una vera e propria “Fridamania”, la sua figura è entrata nel circuito del merchandising, della cultura di massa e della moda, al punto da apparire su oggetti di ogni tipo - dalle magliette ai magneti - suscitando però anche critiche per la sua trasformazione in brand. La retrospettiva alla Tate Modern si profila come evento di respiro internazionale: un’occasione per confrontarsi con il complesso percorso personale e artistico di Kahlo, per valorizzarne il ruolo pionieristico come donna artista e icona della diversità culturale nel XX secolo.
Bobby Weir, cofondatore dei Grateful Dead, nel suo primo concerto londinese in oltre due decenni, presentando il meglio del suo repertorio Rock in arrangiamenti sinfonici curati dal compositore Giancarlo Aquilanti.
Al British Museum, tre divinità antiche - Sekhmet, Dioniso e Vishnu - sono messe a confronto in una mostra che intreccia arte, spiritualità e culture lontane. Il progetto, nato dalla collaborazione con il museo CSMVS di Mumbai, esplora nuove narrazioni globali del mondo antico.
Anselm Kiefer presenta alla White Cube Mason’s Yard una serie di nuovi dipinti che indagano il legame tra storia, memoria e materia. L’esposizione esplora l’influenza di Van Gogh sulla sua poetica e segna un dialogo tra mito e materiale.
La prima grande retrospettiva di Hurvin Anderson esplora venticinque anni di pittura tra Inghilterra e Giamaica, memoria e modernità e riunisce oltre sessanta dipinti dell’artista britannico, spaziando dagli interni nostalgici ai paesaggi saturi, attraversando una profonda riflessione sull’identità e l’appartenenza.