Indirizzo: St James's Palace, St. James's, London SW1A 1BQ
Quando Frances Sally Day ritrasse la Regina Vittoria e la sua famiglia nella residenza reale sull’Isola di Wight, vedere una donna dietro una macchina fotografica era un fenomeno piuttosto raro. Era il 1859 e le signore inglesi si occupavano al massimo di organizzare serate di beneficenza, ma il capo di stato più potente del mondo era una donna e aveva scelto di affidare la sua immagine pubblica ad uno sguardo femminile. A dispetto dei costi e della complessità tecnica di un’arte agli albori, la Day aveva uno studio a Piccadilly, esponeva alla Royal Academy e gareggiava con successo in prestigiosi concorsi nazionali. Oggi i suoi scatti sono in buona compagnia nella Royal Collection, dove è possibile ripercorrere la storia della fotografia dal punto di vista femminile dall’Ottocento ai nostri giorni. Sperimentazioni pionieristiche, cruciali innovazioni tecnologiche e rivoluzioni come quella del colore si raccontano in un viaggio emozionante attraverso l’altra metà del cielo. La stessa Regina Alexandra (1844 - 1925) praticò personalmente l’arte della fotografia, grazie ai nuovi apparecchi Kodak che rendevano tutto più semplice e maneggevole. I ritratti modernisti di Dorothy Wilding, le delicate stampe al platino di Alice Hughes, le immagini a sfondo sociale di Lee Miller e Toni Frissel sono esempi di una varietà di stili e di approcci alla fotografia. Oltre che un mezzo di espressione artistica, la camera ha offerto alle donne una nuova indipendenza: “una vita degna di essere vissuta, senza monotonia”, in un “contatto costante e piacevole con l’umanità”, scrisse con entusiasmo la fotografa Olive Edis, prima di diventare reporter ufficiale sui teatri della Grande Guerra.
Il movimento modernista in Ucraina si è sviluppato in un contesto caratterizzato dal collasso degli imperi, dalla Prima Guerra Mondiale, dalla lotta per l’indipendenza e dalla futura creazione dell’Unione Sovietica.
I nuovi lavori di Shonibare sono incentrati sui temi delle migrazioni e dei conflitti che ne sono all'origine, e apre una conversazione sul ruolo delle sculture pubbliche e sul loro significato nelle nostre città.
Con oltre 100 artiste, la mostra celebrerà nomi noti come Artemisia Gentileschi, Angelica Kauffman, Julia Margaret Cameron e Gwen John, insieme a molti altri che solo ora vengono riscoperti.
Una mostra per raccontare Sergio Strizzi, uno dei più famosi fotografi cinematografici al mondo. Nella sua lunga carriera ha documentato i back stage dei più importanti film italiani e internazionali lavorando al fianco di Antonioni, De Sica, John Huston e Peter Greenaway.