<em>The Three Polar Stars</em>, Roald Amundsen (1872 - 1928), Ernest Henry Shackleton (1874 - 1922) e Robert Edwin Peary (1856 - 1920), <em>The National Geographic Society's Gold Medal</em>, 16 gennaio 1913, Philadelphia | Foto: William H. Rau | Courtesy National Library of Norway
Alla Royal Geographic Society, l’avventura dell’Endurance in digitale
Luogo: Royal Geographic Society
Indirizzo: 1 Kensington Gore, South Kensington, London SW7 2AR
Il 9 agosto del 1914 l’esploratore britannico Ernest Shackleton salpa da Plymouth alla volta dell’Antartide portando con sé sei uomini. Obiettivo: attraversare via terra il continente gelato. Ma qualcosa va storto: a sole 80 miglia dalla meta, la nave Endurance rimane intrappolata tra i ghiacci del Mare di Weddel. Per un anno le correnti la trascinano alla deriva, poi si inabissa. Su tre scialuppe gli uomini di Shackleton lottano per la sopravvivenza in uno dei luoghi più inospitali del pianeta, dosando le scarse provviste e resistendo a temperature tra i -22 e i -45 gradi centigradi. Raggiungere una terra abitata si rivela un’impresa ardua: dopo mesi il gruppo sbarca sull’Isola dell’Elefante, nelle Shetland meridionali, poi Shackleton riparte alla ricerca di una base baleniera situata nella Georgia del Sud, al largo delle coste argentine. Ha con sé solo un sestante e un cronometro, ma riuscirà nell’intento e tornerà sull’isola per portare in salvo tutti i suoi uomini. L’incredibile storia dell’Endurance fu documentata dal fotografo Frank Hurley, che riuscì a salvare gli scatti nonostante le condizioni estreme. La Royal Geographic Society li ha da poco digitalizzati. Insieme agli altri oggetti sopravvissuti, stampe di oltre due metri per due rappresentano oggi la monumentale testimonianza di una spedizione entrata nella leggenda.
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