Lo abbiamo visto nella pittura moderna di Tamara de Lempicka o nel cinema di Luchino Visconti. Ma pochi conoscono la vera storia del Bacio, opera icona che Francesco Hayez dipinse a Milano durante il Risorgimento. Intanto, ne abbiamo dimenticato il titolo completo: Il bacio. Episodio della giovinezza. Costumi del secolo XIV. Ma siamo sicuri che nel Medioevo ci si amasse così? Affascinato dai secoli bui come tutti i Romantici, Hayez ambientò il dipinto in un’epoca lontana per dissimularne l’attualità. L’incontro appassionato degli amanti, infatti, sembra preludere ad una dolorosa partenza. Dove andrà il giovane dal cappello piumato? A rivelarlo è un pugnale nascosto nel mantello: insieme alle idee patriottiche di Hayez e del committente - il conte Alfonso Maria Visconti di Saliceto - l’arma ci parla delle lotte risorgimentali. Secondo alcuni, inoltre, l’abbraccio tra i due giovani rappresenterebbe una metafora dell’Unità d’Italia. Ma attenzione: una figura nascosta nell’ombra osserva la scena oltre la porta. È una spia, un commilitone impaziente o una semplice domestica? In attesa di scoprirlo, gustiamoci uno dei quadri più amati della storia dell’arte, che all’alba del moderno declina in un nuovo contesto i magnifici colori di Tiziano.
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