Alla Biblioteca Ambrosiana, la scultura di Jago apre un confronto potente tra passato e presente. L’artista espone Natura Morta, opera in marmo che risponde alla celebre Canestra di frutta di Caravaggio con un gesto provocatorio e simbolico: un cesto colmo non di frutti maturi, ma di pistole, fucili e mitragliatori. Il lavoro rovescia il linguaggio classico della “natura morta” trasformandolo in una denuncia della violenza sistemica che permea la società contemporanea. Il marmo, materiale eterno dell’arte italiana, diventa veicolo di un messaggio spietatamente attuale: la morte come prodotto di massa. Nel dialogo con Caravaggio, Jago spinge oltre la riflessione sulla caducità, portando in scena una fragilità ben più feroce: quella dell’uomo contemporaneo. Un’opera forte, capace di stimolare domande sul tempo, sulla vita e su ciò che resta quando tutto sembra svuotato di senso.
Dal 5 al 9 novembre il Museo della Permanente ospita la settima edizione di AMART: sessanta gallerie internazionali per scoprire l’arte antica come piacere contemporaneo.
Dodici busti in gesso di Antonio Canova, ritrovati in una villa veneta e restaurati, sono al centro di una mostra alla Pinacoteca di Brera che celebra la scultura neoclassica e il ritorno della Vestale in marmo.
Yuko Mohri trasforma suoni, forze naturali e oggetti quotidiani in sistemi vivi: un viaggio tra fragilità, connessioni e impercettibili equilibri, dove tutto vibra in silenziosa armonia.