Nelle domeniche di primavera famiglie, ciclisti e sportivi in allenamento popolano il Naviglio della Martesana, il lungo canale navigabile che collega Milano al Fiume Adda e che dagli anni Novanta è affiancato da una pista ciclopedonale. A progettarlo fu nientemeno che Leonardo da Vinci, con l’obiettivo di mettere in comunicazione la città con il Lago di Como. Inaugurato da Ludovico il Moro nel 1496, il nastro d’acqua della Martesana corre per 30 chilometri dalla Cassina de’ Pomm, in Via Melchiorre Gioia, fino a Cassano d’Adda, costeggiando parchi, cascine e ville d’epoca. Già nel XVII secolo, infatti, i nobili milanesi iniziarono a colonizzare la riva sinistra del naviglio costruendovi le proprie residenze fuori porta. Riconosciamo la prima in località Concesa: è la grande costruzione neorinascimentale che oggi ospita la sede del Parco Adda Nord. Andando avanti, Villa Aitelli si segnala da lontano con la sua torre ottagonale, mentre Villa Borromeo colpisce per i bellissimi giardini e l’armonia neoclassica illuminata da guizzi barocchi. Salutando le nutrie che abitano il canale, pieghiamo verso Sud in corrispondenza di Gorgonzola per ammirare i vecchi approdi, i lavatoi e una casa-ponte. A Groppello d’Adda, infine, un mulino ad acqua dalla caratteristica ruota in legno ci riporta indietro nel tempo fino all’epoca della sua costruzione, nel 1618.
Adrian Piper e il razzismo nella cultura visiva contemporanea
La prima retrospettiva europea dopo oltre vent’anni dedicata ad Adrian Piper, artista concettuale, minimalista e performer nella scena artistica newyorkese degli ultimi anni Sessanta.
Attraverso una serie di interventi installativi, a cavallo tra opere d'arte ed elementi espositivi, Haris Epaminonda presenta un viaggio simbolico a confronto con le avanguardie storiche del Futurismo.
Oltre 200 scatti tra cui oltre 60 tra medi e piccoli formati, scelti e selezionati dall’autore e presentati insieme ad un’intervista inedita, ripercorrono la carriera di uno dei più famosi fotografi contemporanei.
La retrospettiva di Nari Ward presenta, per la prima volta, una combinazione di opere che intrecciano la sua esplorazione della performatività e progetti di collaborazione: oltre trent'anni di pratica, presentando i primi lavori seminali e storici così come nuove produzioni.