Il lavoro di Yang Fudong rappresenta una svolta nella produzione artistica contemporanea in Cina. Il suo primo film, An Estranged Paradise, presentato in anteprima a Documenta a Kassel nel 2002, ha messo in mostra una nuova sensibilità narrativa e visiva, intrisa di un'estetica contemporanea formata da molteplici registri. Il suo ciclo monumentale Seven Intellectuals in Bamboo Forest che è stato portato a termine nei successivi cinque anni, ha reso poeticamente lo spirito della sua generazione, i ragazzi nati nella metà degli anni ’80. I progetti successivi hanno ampliato la sua visione cinematografica nelle due direzioni dello spazio e del tempo: i suoi film sono installazioni che racchiudono tracce della loro stessa realizzazione. Per la sua mostra istituzionale più completa fino ad oggi e la sua prima a Pechino, Yang Fudong presenta la prima puntata del suo Library Film Project, un processo di ricerca che punta a creare un film che possa contenere una complessa realtà, insieme reale e costruita. Ispirato dalla sua infanzia nella periferia orientale rurale di Pechino, questo capitolo intreccia elementi del passato e del presente, pubblici e personali.
Vedere ed essere visti, nei linguaggi dell'arte contemporanea
Con più di 70 opere di 13 artisti, la mostra rivela il panorama culturale dell'arte contemporanea sotto diversi punti di vista, toccando le relazioni tra uomo e uomo, uomo e natura, così come tra uomo e società.
Il drago e il giglio: una solida relazione nei secoli
Tra il XVII e il XVIII secolo si gettarono le basi delle fitte relazioni diplomatiche e del proficuo scambio di arte e cultura tra Cina e Francia, che arrivano fino ai giorni nostri. Circa 200 straordinari manufatti provenienti dal Museo del Palazzo e dal Castello di Versailles testimoniano gli scambi tra i due paesi.
Zhao Gang approfondisce la fluidità delle identità individuali, lo scontro tra culture e l'intricata interazione di eventi storici frammentati. La mostra alla Lisson Gallery presenta una nuova serie di dipinti dell'artista che ora vive e lavora tra Pechino e New York.
Con una fotocamera di grande formato, sviluppando a mano le sue stampe in bianco e nero, Sugimoto esplora in profondità temi e pratiche della fotografia dal XIX secolo in poi.