Auerbach e l'anima nascosta del carboncino

Auerbach e l'anima nascosta del carboncino
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Quando Frank Auerbach arrivò in Inghilterra aveva appena 7 anni. Nel 1939 i suoi genitori, morti nel campo di concentramento di Auschwitz tre anni più tardi, lo imbarcarono ad Amburgo alla volta delle coste britanniche per salvargli la vita. Era un piccolo rifugiato che si salvò grazie all’iniziativa umanitaria in cui il Regno Unito accolse quasi diecimila bambini non accompagnati, prevalentemente ebrei provenienti dalla Germania nazista e dai territori occupati alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale. Auerbach crebbe nel Kent e usò quella grande sofferenza patita da ragazzino per esprimere la sua arte straordinaria. Durante i suoi primi anni da giovane artista nella Londra del dopoguerra, Frank Auerbach produsse uno dei suoi lavori più notevoli: una serie di ritratti di teste di grandi dimensioni, di incredibile bellezza, realizzati a carboncino. Ogni disegno era il frutto di mesi e mesi di lavoro in cui il giovane artista lavorava e rielaborava durante numerose sessioni con i suoi modelli questi ritratti in un prolungato e vigoroso processo di creazione, che è evidente nelle opere finite che possiamo ammirare oggi nella loro struttura e stratificazione e che rende le teste di Auerbach capaci di emergere vive e vitali dall’oscurità del carboncino. Questa mostra a The Courtauld Gallery - sostenuta dalla Huo Family Foundation e dalla Garcia Family Foundation - è un'occasione unica per vedere riuniti a Londra per la prima volta come un gruppo completo questi ritratti degli anni ‘50 e ‘60 di uno dei più grandi artisti britannici contemporanei.
Paolo Mastazza - © 2023 ARTE.it per Bulgari Hotel London