I fratelli Carracci erano artisti nati e cresciuti a Bologna a cavallo tra la metà del ‘500 e l’inizio del ‘600. Annibale nato nel 1560 e Agostino nato nel 1557 erano fratelli, provenivano da una famiglia della piccola borghesia locale e si dedicarono alla pittura formandosi nell'ambiente cittadino che, negli anni della loro giovinezza, era dominato da artisti della tradizione tardo-manierista locale, come Domenico Tibaldi, Prospero Fontana e Bartolomeo Passarotti. Quando i due fratelli visitarono Roma nel 1594 ricevettero un importante incarico, decorare le stanze di un grande palazzo nel cuore della città eterna, Palazzo Farnese, residenza di una potente famiglia locale, il cui proprietario Odoardo Farnese, eletto cardinale all'età di soli 20 anni, aveva ereditato una grande fortuna. Due enormi disegni a carboncino su carta ci raccontano questa storia. Sono disegni preparatori per l'affresco monumentale del salone principale del palazzo che testimoniano una parte vitale del processo creativo di Annibale e Agostino Carracci. Abbelliti dai disegni di numerose mitiche creature marine, arricchiti dalla presenza di antiche divinità, da splendidi putti e da meravigliose onde che sembrano infrangersi nello scenario naturale, i disegni dei cartoni raccontano l’influenza che i due fratelli ebbero dopo aver scoperto l’arte classica delle sculture romane e i capolavori realizzati da altri grandi artisti come Michelangelo e Raffaello.
In risposta al dolore e alla devastazione causati dalla Seconda guerra mondiale, le opere di Alberto Giacometti propongono una nuova prospettiva sull'umanità e sulla psiche collettiva.
A Londra nell'inconsueto scenario della Royal Albert Hall, oltre 40 dei migliori maku-uchi rikishi (lottatori) giapponesi si sfideranno, portando con sé l'eredità di 1.500 anni del Sumo.
Una mostra alla National Portrait Gallery dedicata a Stanisław Wyspiański, uno degli artisti polacchi più importanti dell'800. Sedici ritratti in esposizione, molti dei quali mai esposti prima in Gran Bretagna per raccontare il talento artistico di una figura di spicco del movimento modernista, la Giovane Polonia.
Nel 1924, il V&A riceve una donazione di oltre 80.000 locandine, programmi ed oggetti dalla collezionista Gabrielle Enthoven. La donazione segnò l'inizio della raccolta di materiale teatrale da parte del museo, che da allora si è evoluta nella National Collection of Performing Arts del Regno Unito.