Quando pensiamo a Tahiti la mente corre subito ai dipinti di Gauguin. Ma un altro pittore prima di lui raggiunse la leggendaria isola della Polinesia per restituirne l’incanto agli europei desiderosi di evasioni esotiche. Parliamo del britannico William Hodges, l’artista viaggiatore che partecipò alla seconda spedizione del capitano Cook nei mari del Sud. Su invito dell’Ammiragliato britannico, Hodges avrebbe realizzato disegni e dipinti per descrivere i paesaggi e la vita in terre fino ad allora sconosciute. Era il 1772 e Tahiti doveva essere davvero un’isola incontaminata. L’artista ne raccontò natura e cultura in grandi dipinti a olio come View of Maitavie Bay, Otaheite, Tahiti, riuscendo a fondere la leggerezza della pittura di paesaggio con la sete di conoscenza tipica dell’Illuminismo. Ma c’è un quadro che più di ogni altro ne incarna l’esperienza: si tratta del famoso View of Oaitepeha Bay, Tahiti, oggi conservato nell’Abbazia di Anglesey presso Cambridge. Qui un idillio tropicale fatto di palme, bellezze al bagno e vegetazione lussureggiante si svela agli occhi dell’Occidente, mentre un idolo dalle forme inusitate veglia sulla scena. Ma se osserviamo attentamente il quadro, scopriremo sulla destra un cadavere avvolto in un lenzuolo: l’idillio di Tahiti è rotto dalla morte perché, sembra voler dire Hodges, il paradiso non esiste neppure ai confini del mondo.
La Maratona di Londra si è svolta per la prima volta nel 1981 ed è diventata una delle maratone più popolari al mondo. Il percorso tocca molti dei migliori monumenti di Londra, tra cui Buckingham Palace, The Cutty Sark, Tower Bridge e Canary Wharf.
La mostra, curata dallo scrittore Ekow Eshun, mette in mostra il lavoro di artisti contemporanei della diaspora africana, tra cui Michael Armitage, Lubaina Himid, Kerry James Marshall, Toyin Ojih Odutola e Amy Sherald, e mette in risalto l'uso di figure per illuminare la ricchezza e la complessità della vita nera.
Incursioni umane e trasformazioni industriali nella fotografia di Edward Burtynsky
La più grande mostra mai allestita negli oltre 40 anni di carriera dell'artista fotografico di fama mondiale, Edward Burtynsky, che ha dedicato la sua attività a testimoniare l'impatto dell'industria umana sul pianeta.
Darren Almond usa la scultura, il film e la fotografia per produrre opere che sfruttano il potenziale simbolico ed emotivo di oggetti, luoghi e situazioni, producendo opere che hanno risonanze universali e personali. Oggi lavora sul "senso del tempo".