Indirizzo: 224-238 Kensington High Street, London W8 6AG
Curata in collaborazione con Future Observatory, il programma nazionale del museo per la transizione ecologica, l'esposizione riunisce oltre 140 opere tra arte, architettura, scienza e tecnologia. L'obiettivo è interrogarsi su come il design possa contribuire alla prosperità del pianeta, spostando l'attenzione oltre i bisogni umani per includere quelli di animali, piante e altri esseri viventi. Tra le opere in mostra, spicca l'installazione monumentale in alghe di Julia Lohmann, che sembra crescere organicamente dallo spazio espositivo, simboleggiando la possibilità di materiali sostenibili e viventi. Alexandra Daisy Ginsberg presenta un arazzo che esplora la prospettiva degli impollinatori, mentre il collettivo MOTH (More Than Human Life Project) propone un murale di otto metri che illustra il movimento globale per riconoscere diritti legali a fiumi ed altri ecosistemi. Altri progetti includono opere concepite per interagire con i polpi e installazioni che promuovono la coabitazione multispecie. La mostra evidenzia come il design possa diventare un mezzo per ripensare la nostra relazione con il mondo naturale, suggerendo soluzioni creative per affrontare l'emergenza climatica. Attraverso un approccio interdisciplinare, More than Human invita i visitatori a considerare il design non solo come risposta ai bisogni umani, ma come pratica inclusiva che riconosce l'interdipendenza di tutte le forme di vita.
Al British Museum, tre divinità antiche - Sekhmet, Dioniso e Vishnu - sono messe a confronto in una mostra che intreccia arte, spiritualità e culture lontane. Il progetto, nato dalla collaborazione con il museo CSMVS di Mumbai, esplora nuove narrazioni globali del mondo antico.
Alla scoperta di James McNeill Whistler, padre fondatore dell'arte americana
Tate Britain celebra James McNeill Whistler con una grande retrospettiva che ripercorre l’intera carriera del Maestro dell’Estetismo. In mostra dipinti, stampe e progetti decorativi che rivelano il suo ruolo chiave nella nascita della modernità. Un viaggio tra bellezza formale, atmosfere rarefatte e provocazioni culturali.
La prima grande retrospettiva di Hurvin Anderson esplora venticinque anni di pittura tra Inghilterra e Giamaica, memoria e modernità e riunisce oltre sessanta dipinti dell’artista britannico, spaziando dagli interni nostalgici ai paesaggi saturi, attraversando una profonda riflessione sull’identità e l’appartenenza.