Per lei i genitori sognavano un tranquillo futuro da insegnante. Ma Barbara Mary Quant era pronta a spiazzare il vecchio mondo in cui era nata. A 16 anni se ne andò dalla casa di Blackheath, alla periferia di Londra, per una vita di libertà e stravaganze con l’aristocratico Alexander Plunket Greene, nipote bohémien del filosofo Bertrand Russell. È Alexander ad acquistare la loro prima casa. Siamo a Kings Road, che anche grazie a Mary diventerà l’epicentro della Swinging London. Nello scantinato i due aprono un ristorante e al piano terra Bazaar, la prima boutique di moda targata Mary Quant. I tempi sono maturi per una deflagrazione liberatoria: mentre i Beatles e i Rolling Stones battono il ritmo della capitale, a Kings Road si inventa la minigonna. Pochi centimetri di stoffa possono più di qualsiasi manifesto femminista: le donne saranno finalmente libere di saltare, ballare, mostrarsi o semplicemente di rincorrere un autobus senza impedimenti. Il successo è immediato. “Più corto, più corto”, dicono le clienti durante le prove nel laboratorio di Mary, e gli orli salgono sempre di più. Saranno in molti a contendere alla Quant la rivoluzionaria invenzione. Suo certamente è il nome - mini-skirt - ispirato a un altro cult dell’epoca: la Mini Minor, l’auto che la stilista aveva scelto per sé. “Le vere creatrici della minigonna sono le ragazze che si vedono in strada”, conclude lei con britannico understatement, mentre i suoi capi fanno il giro del mondo sulle gambe magrissime dell’ex parrucchiera Twiggy. Ma nemmeno questo può bastarle: dalla sua fantasia nasceranno collant dai motivi coloratissimi, cosmetici user-friendly e gli scandalosi hot pants.
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