Ironia e intellingenza per andare all'essenza delle cose. La poetica di Tino Stefanoni

Ironia e intellingenza per andare all'essenza delle cose. La poetica di Tino Stefanoni
#Exhibitions

Per vocazione la galleria M77 guarda agli artisti italiani meno noti al grande pubblico che hanno contribuito attivamente ed in maniera sostanziale allo scenario artistico contemporaneo. Da Maria Lai ad Emilio Isgrò, da Alberto Biasi a Grazia Varisco, le retrospettive che si sono succedute ripercorrono, con un approccio nuovo e sperimentale, le tappe fondamentali della storia dell’arte del dopoguerra italiano. Ora la vetrina tocca a Tino Stefanoni, artista attivo dagli anni Sessanta al ventunesimo secolo. Le prime opere in mostra, che risalgono agli anni Sessanta, svelano la meticolosa osservazione di Tino Stefanoni degli oggetti del quotidiano. Seguono i lavori frutto delle ricerche condotte negli anni Ottanta convogliate nella rappresentazione frammentata di paesaggi dalle linee vaporose. Da questo periodo Stefanoni realizza quadri dipinti, che ricordano da vicino le composizioni metafisiche di Carrà e De Chirico. Atmosfere irreali, paesaggi scarni ed essenziali sono i temi ricorrenti della poetica di Tino Stefanoni che con intelligenza e ironia, ha esplorato l’apparenza del quotidiano per rintracciarne l’essenza.
Viola Canova - © 2024 ARTE.it per Bulgari Hotel Milano