Linee che respirano come partiture silenziose, campiture che tengono il tempo: nell’opera di Bice Lazzari il quadro diventa struttura sonora, un alfabeto di segni che ordina l’emozione. Una grande retrospettiva ricompone il suo percorso lungo tutto il Novecento, restituendo la coerenza di una ricerca insieme radicale e poetica. Oltre 110 lavori provenienti da musei e collezioni internazionali tracciano la traiettoria: dalle arti applicate degli anni Trenta e Quaranta ai murali, dalle stoffe per Gio Ponti alla decorazione della motonave Raffaello, fino all’astrazione rigorosa degli ultimi decenni. Ne emerge un lessico personale fatto di linee, intervalli e pause, dove il colore è misura e respiro. Figura cardine della modernità italiana, Lazzari dialoga con le ricerche europee tra ’40 e ’80 e con lo Spazialismo veneto, il rapporto tra pittura e musica attraversa l’intero corpus. Il riconoscimento internazionale è ampio: dalla personale alla Phillips Collection alla rassegna Women in Abstraction al Centre Pompidou, fino all’unicità di essere l’unica donna in Kandinsky e l’avventura astratta alla Peggy Guggenheim. I critici ne hanno letto la forza anticipatrice, altri ne hanno messo in luce un femminismo praticato, più che dichiarato. Questa ricognizione invita a ricalibrare la mappa dell’astrazione italiana: decifrare i canoni di Lazzari significa vedere, oltre la superficie, la nascita di un sistema visivo nuovo, libero da cristallizzazioni e ancora sorprendentemente contemporaneo.
Yuko Mohri trasforma suoni, forze naturali e oggetti quotidiani in sistemi vivi: un viaggio tra fragilità, connessioni e impercettibili equilibri, dove tutto vibra in silenziosa armonia.
Un’esplorazione visiva tra moda e cinema: 10·Corso·Como ospita l’universo fluido e inquieto di Glen Luchford, tra immagini iconiche, ricordi e sperimentazione senza confini.