Nel quartiere trendy di Isola un posto così non ve lo aspettereste mai: invisibile dalla strada, la Fonderia Eugenia è una porta aperta su un tempo lontano. La sua storia ha inizio con Napoleone, che requisisce i possedimenti del Santuario di Santa Maria della Fontana dopo la conquista di Milano. Accanto alla fonte miracolosa, nasce una fonderia di bronzo che produrrà armi e munizioni, nonché arredi e sculture come la sestiga che domina l’Arco della Pace in Parco Sempione. Per metter su la fabbrica il viceré Eugenio de Beauharnais fa arrivare da Parigi due professionisti del settore, i fratelli Manfredini. E in suo onore la fonderia è battezzata Eugenia. Nel 1830 Napoleone è ormai lontano e la famiglia Barigozzi subentra ai Manfredini: porterà avanti la fonderia fino al 1975, anno della sua chiusura. I Barigozzi si specializzano nella produzione di campane, ma dai laboratori di Via Thaon di Revel usciranno anche il Monumento ad Alessandro Manzoni di Piazza San Fedele, quello a Luciano Manara, ai Giardini di Porta Venezia, e il Vittorio Emanuele II a cavallo che oggi ammiriamo in Piazza Duomo. Attività documentate nel museo che ha recentemente aperto i battenti nei locali della fonderia, dove tra forni e fosse di fusione, pavimenti in cotto e antiche travi a vista, è esposta una ricca collezione di foto d’epoca, appunti dei Barigozzi e calchi in gesso delle figure che ornavano le campane. Intorno, gli ambienti restaurati della fonderia continuano a vivere ospitando mostre, concerti ed eventi culturali.
Francesco Vezzoli fa rivivere gli spazi perduti di Casa Iolas
La collezione del mercante d’arte Alexander Iolas rivive nelle sale della Galleria Tommaso Calabro, con opere di De Chirico, De Saint Phalle e Max Ernst.