Tradizione e innovazione. Un connubio che è al centro della pratica artistica di San A Han, un’artista coreana che vive a Seoul e che per la prima volta - dopo la monografica che le ha dedicato l’importante istituzione coreana OCI Museum of Art - approda in Occidente alla Galleria Fumagalli di Milano con questa esposizione a lei dedicata. L’occasione italiana esplora alcune delle tematiche care alla giovane artista coreana: quelli della pittura orientale tradizionale, come i Sansu-hwa, i dipinti di paesaggi dell'epoca Josen, e i Gwaneum-do, le icone buddiste che rispecchiano i desideri religiosi di benedizione, che rinascono in una chiave moderna e innovativa. San A Han li trasforma in sculture morbide e in dipinti stratificati realizzati con Meok (inchiostro di china), tessuto di cotone e cuciture che divengono il risultato di un'intima rivisitazione della tradizione attraverso un procedimento di creazione che l’artista stessa definisce performativo. Nei suoi linguaggi visivi, figurativi e simbolici, San A Han non si limita a costruire narrazioni logiche e organizzate, ma ritrae memorie frammentate ed emozioni contraddittorie, concentrandosi soprattutto sui contrasti legati all'amore. Secondo l'artista, "la linea è l'essenza della pittura tradizionale coreana". Per dipingere il suo paesaggio interiore, Han usa il pennello e l'ago che rispondono direttamente al suo corpo e ai relativi movimenti. Così, come la forza corporea di impugnare e muovere il pennello si riflette nelle linee tracciate con il Meok, le linee di cucitura rivelano il processo performativo attraverso cui l'artista concepisce le proprie opere.
Se la complessità dell'approccio alla scultura è indiscutibile, il fattore che rende la pratica artistica di Pino Pascali così geniale e originale è un altro. Pascali è un artista sempre attuale perché era un "esibizionista".
A 150 anni dalla nascita del movimento impressionista, una mostra mette a confronto le personalità e le opere di due pittori, Paul Cézanne e Pierre-Auguste Renoir, che hanno contribuito in maniera decisiva alle fortune dell’Impressionismo e che hanno influenzato le future generazioni di artisti.
La prima esposizione museale dedicata all’opera di Miranda July ripercorre la carriera trentennale dell’artista, regista e scrittrice americana dagli anni Novanta ad oggi, presentando cortometraggi, performance e installazioni.
I padiglioni di Dan Graham, espressione della caducità del presente
Dalla metà degli anni Sessanta Graham ha sperimentato nuovi approcci verso l’opera d’arte, reclamando maggiore rilievo all’idea rispetto alla sua realizzazione pratica. Grazie alla complessità e all'originalità del suo lavoro, la sua influenza è giunta fino ai giorni nostri.