Otto ettari di alberi monumentali, fiori ed essenze pregiate circondano uno scrigno d’arte plurisecolare. È Villa Carlotta, dove la storia si affaccia sul paesaggio incantato del Lago di Como. Non c’è da stupirsi se il quotidiano britannico Telegraph la annovera tra i motivi per tornare a viaggiare in Italia dopo la pandemia: fin dal Seicento la prestigiosa residenza di Tremezzo è un sogno di bellezza che accarezza i sensi. Senza i marchesi Clerici di Milano non sarebbe esistita, ma fu il funzionario napoleonico Giovanni Battista Sommariva ad arricchirla di magnifiche opere d’arte. Il nome, infine, è quello della principessa Carlotta di Prussia che ricevette la villa in dono per le nozze con il granduca Giorgio II di Sassonia. Siamo in uno dei parchi più affascinanti del Belpaese: regno di camelie e azalee, rododendri e roseti di pregio, agrumi e alberi secolari. Qui ogni passeggiata è un viaggio nella botanica del mondo e nella storia dei giardini europei: c’è quello all’italiana e quello romantico, quello roccioso e quello tropicale, da scoprire insieme alla fresca Valle delle felci o agli ulivi e agli ortaggi rari coltivati fin dall’Ottocento. All’interno della villa pareti pastello, stucchi e preziosi mobili d’epoca fanno da scenografie a tesori come l’Ultimo bacio di Romeo e Giulietta di Francesco Hayez, il Fregio di Alessandro Magno di Bertel Thorvaldsen, il Palamede e la Musa Tersicore di Antonio Canova.
L'approccio non convenzionale al mondo del lusso del duo D&G in un viaggio elegante, divertente ed eclettico per riscoprire la storia di uno dei marchi più celebrati del fashion world milanese.
Adrian Piper e il razzismo nella cultura visiva contemporanea
La prima retrospettiva europea dopo oltre vent’anni dedicata ad Adrian Piper, artista concettuale, minimalista e performer nella scena artistica newyorkese degli ultimi anni Sessanta.
La mostra riflette sulla tradizionale concezione della vetrina e sulla sua centralità nei progetti espositivi. Legata all’"esposizione museale classica", la vetrina espone e al contempo separa l’oggetto, offrendolo alla fruizione ma formando una barriera per lo spettatore.