Parmigianino, Raffaello "rinato"

Parmigianino, Raffaello "rinato"
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Quando il 6 maggio del 1527 ebbe inizio il Sacco di Roma e le truppe imperiali dei lanzichenecchi luterani tedeschi al soldo dell’imperatore Carlo V d’Asburgo misero a ferro e fuoco la città eterna, Girolamo Francesco Maria Mazzola era intento a dipingere una grande tavola alta oltre tre metri e larga poco meno di un metro e mezzo. Il Parmigianino - detto anche "il nuovo Raffaello" - era giunto a Roma chiamato assieme allo zio Pietro per realizzare un trittico che avrebbe dovuto adornare la cappella della Chiesa di San Salvatore in Lauro. Sorpreso mentre era al lavoro il Parmigianino venne risparmiato per la straordinaria bellezza dell’opera che stava creando e riuscì a fuggire, ma non tornò più a Roma, per cui l'opera rimase compiuta nel solo pannello centrale che oggi è conservato nelle collezioni della National Gallery di Londra. Capolavoro del manierismo, La visione di San Girolamo (1526-1527) oggi torna a splendere in un'esposizione che ne racconta la storia, dopo un lungo lavoro di restauro durato più di 10 anni.
Paolo Mastazza - © 2024 ARTE.it per Bulgari Hotel London