La voce di Susanne Vega, dopo più di quarant’anni di carriera, non ha perso la trasparenza che la rese unica: non è potente per volume o frastuono, lo è per chiarezza, scelta delle parole, economia degli arrangiamenti. In Flying with Angels si ritrova il tema della lotta in forme diverse, la resistenza nella parola, nel silenzio, nel gesto quotidiano. Quella del concerto alla Royal Albert Hall non sarà una semplice esibizione ma un evento che appare come punto d’equilibrio tra passato, presente e attualità. Da un lato i successi che l’hanno resa famosa, come Luka o Tom’s Diner, quest’ultima diventata un’inattesa icona tecnologica per via del suo ruolo nella storia del formato mp3. Dall’altro lato brani nuovi, dove il dolore e la testimonianza non sono retorica ma materia viva, resa sonora con discrezione. L’ambientazione della Royal Albert Hall, luogo carico di storia capace di accogliere migliaia di spettatori, è il contrasto ideale per l’estetica di Vega. La sua capacità di rendere ogni ascolto personale, anche in grandi spazi, nasce dall’uso del silenzio, delle pause, del parlato come parte della canzone. Susanne Vega non è nata musicista popolare: è stata cresciuta nella parola e nella poesia. Nata a Santa Monica nel 1959, cresciuta a New York con madre analista informatica e padre e poi patrigno scrittori, mette in musica il confine tra memoir e finzione, storia personale e collettiva. La sua formazione, con studi di letteratura e frequentazioni nell’ambiente folk di Greenwich Village, la inserisce in una genealogia che va da Bob Dylan a Leonard Cohen, non per imitazione ma per affinità: l’uso della voce come strumento narrativo, la canzone come forma breve di confessione. Il concerto londinese del 3 novembre dunque promette di essere qualcosa in più di un ritorno: è un’affermazione che la musica può ancora esercitare lo sguardo critico, che la bellezza non è evasione ma incontro tra ascoltatore e artista. In un momento storico in cui le parole si moltiplicano, spesso si disfano, Vega chiede attenzione, invita all’ascolto profondo. I brani di Flying with Angels, tra cui Rats e Speakers’ Corner, suggeriscono che non abbia perso la tensione verso il presente, verso le contraddizioni del vivere.
Veronica Azzari - © 2025 ARTE.it per Bvlgari Hotel London