Design senza barriere: creatività radicale in mostra al V&A

Design senza barriere: creatività radicale in mostra al V&A
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Rebirth Garments | Foto: Colectivo Multipolar © Colectivo Multipolar | Courtesy V&A Museum, London

V&A Museum South Kensington ospita Design and Disability, una mostra che ridefinisce il ruolo delle persone disabili, sorde e neurodivergenti nella storia del design. Curata da Natalie Kane, l’esposizione si articola in tre sezioni -  - e raccoglie 170 oggetti tra moda, grafica, architettura, fotografia, oggetti di uso quotidiano e videogiochi, prodotti dal secondo dopoguerra ad oggi. Al centro del racconto ci sono la creatività, la protesta e la competenza dei soggetti disabili come veri e propri autori, progettisti e innovatori, in una prospettiva che unisce espressione identitaria e giustizia sociale. La sezione Visibility si focalizza su come le persone disabili abbiano affermato la propria identità attraverso il design e i media. In mostra l’ensemble ipervisivo del designer e attivista Sky Cubacub, comprendente un corsetto gender-affirming e un copricapo-piumino pensato come dispositivo sensoriale, il costume cucito a mano di Maya Scarlette per il Carnevale di Notting Hill ispirato alla Nascita di Venere di Botticelli, e il ritratto fotografico First Swim after Rebirth dell’artista trans e autistico Marvel Harris. Accanto a questi lavori, editoriali e riviste come Able Zine o Dysfluent Magazine mostrano come la tipografia possa diventare mezzo per rappresentare esperienze neurologiche specifiche, come la balbuzie. La sezione Tools sovverte l’idea del disabile come utente passivo, mostrando come gli oggetti vengano adattati, hackerati, reimmaginati. Spiccano qui l’Xbox Adaptive Controller prodotto da Microsoft, il Touchstream Keyboard di Wayne Westerman - tecnologia poi impiegata nell’iPhone - e una serie di protesi fai-da-te, come i supporti in silicone per il trucco realizzati da Cindy Garni, che si rivelano più efficaci di costose soluzioni robotiche. Il design è visto anche come pratica collettiva, attraverso reti di collaborazione e mutualismo. Infine, Living indaga su come le persone disabili abbiano trasformato ambienti e relazioni per immaginare nuovi modi di vivere. Tra gli esempi: la coperta da riposo Public S/Pacing di Helen Stratford, che critica l’inadeguatezza dello spazio urbano; il divano Squeeze Chaise Longue di Wendy Jacob, ispirato dalla “macchina degli abbracci” ideata da Temple Grandin, e l’area finale di decompressione, concepita per la regolazione sensoriale, che ospita oggetti pensati da terapisti occupazionali disabili. Design and Disability è una mostra progettata con attenzione radicale all’accessibilità: ogni spazio è pensato per includere chiunque, con mappe tattili, superfici sensoriali, video in lingua dei segni e percorsi di riposo. Il messaggio è chiaro: la disabilità non è un limite ma una cultura, un sapere incarnato, una risorsa progettuale. Lontana da retoriche pietistiche, la mostra celebra una storia viva, ironica, resistente, in cui il design è linguaggio di autodeterminazione.
Veronica Azzari - © 2025 ARTE.it per Bvlgari Hotel London