Ogni opera d’arte, si sa, è sempre una sorpresa. Ma lo è ancora di più quando, cani, gatti, serpenti, uccelli, scimmie cedono il posto ad animali più rari, come i rospi. Se il rospo poi è piazzato dall’artista sul dorso, proprio sotto la figura dell’Arcangelo Michele, il mistero si infittisce e accresce la curiosità. Ma cosa rappresenta questo animale? Alla Pinacoteca Ambrosiana, la Madonna in trono con il Bambino tra Sant’Ambrogio e San Michele o Madonna delle Torri, capolavoro del Bramantino risalente agli inizi del XVI secolo, comunica, dal punto di vista contenutistico, una chiara presa di posizione contro il timore dell’eresia. A simboleggiare evidentemente la totale sconfitta del male per mezzo della fede. Una Vergine seduta su un monumentale seggio marmoreo coperto da un drappo rosso conferisce con solennità una palma ad Ambrogio. Il santo è inginocchiato a sinistra, proprio di fronte a Michele Arcangelo che affida l’“animula” del committente al Bambino sul grembo della Vergine, pronto ad accoglierla. In questo simmetrico gioco di specchi dove le figure trovano tra loro corrispondenza (i due angeli sono complementari come anche le due torri alle loro spalle), i due simboli del male vengono ripresi di scorcio, e posti dall’artista alla base del dipinto. L’uomo morto sotto Ambrogio raffigura il grande eresiarca Ario, simbolo dell’arianesimo, idealmente sconfitto dalla fede del santo. Il raccapricciante rospo collocato dal Bramantino sotto Michele assurge quindi all’immagine del maligno sconfitto.
Jago alla Biblioteca Ambrosiana: una natura morta carica di armi
L'artista presenta una scultura in marmo che dialoga con la celebre Canestra di Caravaggio: un cesto colmo di armi che riflette sulla violenza contemporanea e sulla fragilità dell’esistenza.
La mostra racconta di come la civiltà etrusca abbia influenzato, a più riprese, la cultura visiva del secolo breve: a partire dai ritrovamenti archeologici e dai tour etruschi, fino alla Chimera di Mario Schifano, eseguita durante una performance a Firenze nel 1985.
L’eleganza senza tempo di Giorgio Armani Privé incanta Milano
Una mostra celebra l’haute couture di Giorgio Armani Privé: abiti iconici, preziosi dettagli artigianali e l’inconfondibile eleganza che rende ogni creazione senza tempo.
Un viaggio visivo nell’intimità e nell’identità con le fotografie di Jess T. Dugan alle Gallerie d’Italia – Milano. Ritratti potenti tra amore, solitudine e appartenenza.