Dici Milano, dici Design. Dalla prima centrale termoelettrica italiana agli arredi di casa, dall’automobile al boom della moda negli anni Ottanta, la produzione di qualità passa per la città della Madonnina. Ma c’è una data in cui il fermento creativo meneghino mette l’acceleratore. È il 28 agosto del 1954 quando inaugura la decima Triennale, l’esposizione dove l’arte si fonde con la realtà quotidiana e il suo bisogno di funzionalità: nasce così il design moderno. La guerra è terminata da poco e sta per iniziare il Miracolo italiano. Milano è il centro nevralgico di un nuovo trend che porta l’industria ad abbracciare l’estetica funzionale. È così che nascono gli oggetti leggendari di questo periodo: dalla collaborazione di Ettore Sottsass con Olivetti, di Gio Ponti con Cassina e Venini, di Munari e Mari con Danese… E nel ’54 nasce anche il Premio Compasso d’Oro ADI, il primo e il più autorevole riconoscimento nel campo del Design a livello mondiale. È Ponti a proporre di valorizzare la qualità del Made in Italy in un concorso e per un designer che aspira all’eccellenza il Compasso diventa subito una tappa obbligata. È per questo che l’ADI Design Museum, che inaugurerà quest’anno in città, si prepara a diventare una meta di culto per chi desidera scoprire il meglio del Design italiano.
Il battito della materia, il silenzio della superficie
Barocco che trabocca e grado zero che si sottrae: Strozzi e Manzoni in dialogo tra impasto e Achromes, luce e non-colore. Un confronto sulla libertà radicale della pittura.
Quattro tele per 40 metri e venti sculture in gommapiuma bruciata, accese ogni 15′: Frangi riattiva un paesaggio notturno, tra architettura brutalista e un diario di 135 fogli.
Una grande collettiva racconta tensioni, memorie e futuri possibili dell’India di oggi, attraverso opere che uniscono fragilità, resistenza e visioni globali.