Ogni opera d’arte, si sa, è sempre una sorpresa. Ma lo è ancora di più quando, cani, gatti, serpenti, uccelli, scimmie cedono il posto ad animali più rari, come i rospi. Se il rospo poi è piazzato dall’artista sul dorso, proprio sotto la figura dell’Arcangelo Michele, il mistero si infittisce e accresce la curiosità. Ma cosa rappresenta questo animale? Alla Pinacoteca Ambrosiana, la Madonna in trono con il Bambino tra Sant’Ambrogio e San Michele o Madonna delle Torri, capolavoro del Bramantino risalente agli inizi del XVI secolo, comunica, dal punto di vista contenutistico, una chiara presa di posizione contro il timore dell’eresia. A simboleggiare evidentemente la totale sconfitta del male per mezzo della fede. Una Vergine seduta su un monumentale seggio marmoreo coperto da un drappo rosso conferisce con solennità una palma ad Ambrogio. Il santo è inginocchiato a sinistra, proprio di fronte a Michele Arcangelo che affida l’“animula” del committente al Bambino sul grembo della Vergine, pronto ad accoglierla. In questo simmetrico gioco di specchi dove le figure trovano tra loro corrispondenza (i due angeli sono complementari come anche le due torri alle loro spalle), i due simboli del male vengono ripresi di scorcio, e posti dall’artista alla base del dipinto. L’uomo morto sotto Ambrogio raffigura il grande eresiarca Ario, simbolo dell’arianesimo, idealmente sconfitto dalla fede del santo. Il raccapricciante rospo collocato dal Bramantino sotto Michele assurge quindi all’immagine del maligno sconfitto.
Una mostra che ripercorre alcune tappe fondamentali della storia del tatuaggio, una delle più antiche forme di espressione artistica dell’uomo dalle sue origini millenarie fino ad oggi, concentrandosi in particolare sull’area del bacino del Mediterraneo.
La mostra presenta un approccio approfondito e originale all’opera di Brassaï attraverso oltre 200 stampe vintage, con particolare attenzione alle famosissime immagini dedicate alla capitale francese e alla sua vita notturna.
Una mostra dedicata all'artista olandese Magali Reus vincitrice del Premio Arnaldo Pomodoro per la Scultura. Nella sua arte Reus accumula immagini e oggetti della vita di tutti i giorni, stravolgendoli e reinventandoli attraverso la costruzione di meticolosi puzzle scultorei.
La retrospettiva di Nari Ward presenta, per la prima volta, una combinazione di opere che intrecciano la sua esplorazione della performatività e progetti di collaborazione: oltre trent'anni di pratica, presentando i primi lavori seminali e storici così come nuove produzioni.