Lettera 22: un’icona di design alla Triennale

Lettera 22: un’icona di design alla Triennale
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Settant’anni e non mostrarli. Tanti ne sono trascorsi da quando l’architetto e designer Marcello Nizzoli, collaboratore dell’azienda Olivetti dal 1938, disegnò, su progetto dell'architetto Marcello Nizzoli con l'ingegnere Giuseppe Beccio, un’icona di design nota come Lettera 22. Questa celebre macchina da scrivere portatile, frutto dell’ingegno e della passione tutta italiana, è custodita oggi, in sei diversi modelli, nelle collezioni del Triennale Design Museum di Milano. Sembra ancora di sentirli i polpastrelli di alcuni grandi scrittori e giornalisti italiani come Indro Montanelli, Enzo Biagi o Giorgio Bocca picchiettare sulla tastiera QZERTY della loro inseparabile compagna di storie e cronache da raccontare. Insignito nel 1954 del Premio Compasso d'Oro ed eletto, cinque anni dopo, dall'Illinois Institute of Technology, miglior prodotto di design del secolo, questo gioiello di design ha contribuito a scrivere la storia dell’Italia, dagli anni Cinquanta in poi. Per le sue dimensioni, non troppo ingombranti, malgrado pesasse circa quattro di chili, con la carrozzeria in alluminio rosa, verde o azzurro, Lettera 22 era estremamente facile da trasportare, nella sua valigetta con maniglia, in cartone o similpelle. Oggi un attento osservatore noterebbe subito l’assenza del tasto col numero 1. Per ottenerlo bastava utilizzare la lettera l (elle) minuscola oppure la I (i) maiuscola. Mancava anche lo zero, sostituito dalla O (o) maiuscola. All’assenza di tasti per le vocali accentate maiuscole, cosa che oggi farebbe rabbrividire i puristi della lingua (ma non troppo) si ovviava battendo un apostrofo dopo ogni vocale. La produzione della Lettera 22 si arresta nel 1965, cinque anni dopo la morte del suo lungimirante industriale, Adriano Olivetti.
Samantha De Martin - © 2020 ARTE.it per Bulgari Hotel Milano