Leonardo da Vinci e il sogno di un cavallo colossale per Milano
L’impresa è colossale: costruire un enorme cavallo di bronzo, mentre si impenna e si abbatte sul nemico. In sella, il duca di Milano Francesco Sforza, fondatore del casato e padre del committente Ludovico il Moro. Il compito si rivela arduo, anche per un genio come Leonardo da Vinci. L’artista e inventore riempie fogli di schizzi e disegni studiando la muscolatura dell’animale e impiega un numero di ore incalcolabile per capire come tenere in equilibrio un gigante di 100 tonnellate: il monumento equestre più grande del mondo, nato per oscurare le opere di Donatello e del Verrocchio. Ma il progetto è destinato a restare sulla carta. I numerosi impegni di Leonardo rallentano il lavoro e il bronzo necessario per fondere la colossale statua è presto impegnato per i cannoni da spedire in aiuto del Ducato d’Este, minacciato dai francesi. Nel 1499 le truppe di Luigi XII invadono Milano: il regno del Moro e il sogno di Leonardo crollano all’unisono. Mentre l’artista ripara a Mantova, nel Castello Sforzesco i soldati nemici giocano al tiro a segno con il modello del cavallo, frantumandolo a colpi di balestra.
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