Un’italiana a Parigi: quando Gae Aulenti restaurò il Musée d’Orsay

Un’italiana a Parigi: quando Gae Aulenti restaurò il Musée d’Orsay
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“Il mio principio era di proteggere il meglio possibile l’identità dell’edificio di Laloux senza rinunciare all’identità dell’edificio contemporaneo”. Con questo intento Gae Aulenti trasformò l’ex stazione ferroviaria della Gare d'Orsay nel raffinato scrigno di capolavori dell’Impressionismo e del Post-Impressionismo francese. Uno dei primi esempi di conversione da stazione ferroviaria a museo. Il progetto della stazione studiato dall’architetto Victor Laloux, inaugurato il 14 luglio 1900, a distanza di quarant’anni, era divenuto obsoleto, con le banchine troppo striminzite per accogliere i moderni treni elettrici. Così la stazione divenne presto un centro di accoglienza dei prigionieri e dei deportati nel 1945, ma anche una location per i film di Orson Wells e Bernardo Bertolucci. Quando la struttura era ormai a un passo dalla demolizione, negli anni Settanta iniziò a circolare l’idea di realizzare un museo all’interno di quella stazione iscritta nell'elenco straordinario dei monumenti storici. Il progetto fu affidato all’italiana Gae Aulenti che vi lavorò dal 1980 al 1986. La designer si avvalse di una squadra di scenografi e architetti italiani, della collaborazione di Italo Rota, dell’architetto delle luci Piero Castiglioni e di Richard Peduzzi, impegnandosi a creare un’esposizione unificata con materiali omogenei. Aulenti diede vita ad uno spazio espositivo di grande fascino, disegnato per accogliere oltre 4mila opere attraverso una successione di sale, gallerie e ambienti tra loro molto diversificati che valorizzassero il rapporto tra opera e visitatore. Per lei che aveva ricevuto dal suo maestro, Ernesto Nathan Rogers, “il fondamentale insegnamento ad essere prima intellettuali e poi architetti”, l’illuminazione è stata un elemento di assoluta importanza. La luce artificiale e quella naturale andavano composte per consentire una migliore percezione delle opere. Questo equilibrio tra competenza e passione, ha reso il Musée d’Orsay uno dei musei più celebri e frequentati al mondo.
Samantha De Martin - © 2020 ARTE.it per Bulgari Hotel Milano