La Galleria d’Arte Moderna ospita la prima mostra monografica milanese di Ugo Rondinone, curata da Caroline Corbetta. L’esposizione è pensata in dialogo con gli ambienti della GAM. Rondinone, nato in Svizzera da genitori lucani e residente a New York, intreccia ricordi familiari e vissuti collettivi, omaggiando le sue origini italiane. Artista di fama internazionale, ha rappresentato la Svizzera alla Biennale di Venezia del 2007 ed è noto per opere monumentali come Seven Magic Mountains, installazione permanente nel Deserto del Nevada. Le sue creazioni, esposte nei principali musei del mondo, combinano elementi autobiografici e riflessioni esistenziali. Alla GAM, Rondinone stabilisce connessioni poetiche con opere della collezione, tra cui Il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo. Il percorso alterna intimità e universalità, generando un’atmosfera emotiva dove nostalgia e desiderio di riscatto si intrecciano.
Tarek Atoui: la musica che dà forma alle percezioni
Atoui esplora le proprietà acustiche e le specifiche modalità in cui elementi come il bronzo, l’acqua, il vetro e la pietra trasmettono e riflettono il suono. Utilizzando strumenti elettronici e computer costruiti ad hoc, l’artista riflette sulle odierne realtà sociali e politiche, rivelando come la musica e le nuove tecnologie costituiscano importanti aspetti dell’espressione e dell’identità.
Una grande mostra retrospettiva, con oltre 300 opere fotografiche originali tra vintage e stampe d’epoca, documenti e materiali d’archivio dedicata al genio gentile della fotografia italiana - Mario Giacomelli - in occasione del centenario della sua nascita.
Natura, ricordo e rinascita: la storia secondo Nico Vascellari
Con una visione intensa e profondamente evocativa, l’artista reinterpreta la storia della Sala delle Cariatidi, un luogo intriso di memoria, trasformandolo in uno spazio di riflessione sul rapporto tra natura, ricordo e rinascita. L’opera diventa così un ponte tra epoche diverse, che invita il pubblico ad interrogarsi sul significato della rigenerazione attraverso l’arte.
Nata per valorizzare le collezioni del museo, la mostra espone una raccolta di manufatti “esotici” portati da diverse parti del mondo da cittadini milanesi, appassionati, uomini d’affari, viaggiatori, ricercatori.