La prima assoluta de Il nome della rosa, opera tratta dal celebre romanzo di Umberto Eco e commissionata a Francesco Filidei dal Teatro alla Scala insieme all’Opéra di Parigi, segna un momento di grande rilievo per la musica contemporanea. Con la direzione di Ingo Metzmacher, l’opera si inserisce nel panorama internazionale come un audace esperimento di traduzione musicale della complessa narrazione di Eco. Filidei, alla sua terza opera dopo Giordano Bruno e L’Inondation, costruisce la partitura ispirandosi direttamente alla struttura del romanzo, che lo stesso Eco definiva una sorta di "opera buffa". Il compositore sviluppa un linguaggio musicale che alterna arie e recitativi di ispirazione gregoriana, intrecciandoli in una solida architettura sinfonica. Questa scelta rafforza il legame con l’ambientazione medievale dell’opera, evocando il fascino e il mistero del monastero benedettino in cui si svolge la vicenda. In occasione delle rappresentazioni scaligere, anche il festival Milano Musica renderà omaggio a Filidei con un’edizione monografica dedicata alla sua produzione, testimoniando il crescente interesse per la sua ricerca musicale. Con questa nuova commissione, il Teatro alla Scala riafferma il proprio ruolo di primo piano nella diffusione della musica d’oggi, promuovendo opere che dialogano con il passato e il presente in un continuo gioco di rimandi e innovazioni.
Nata per valorizzare le collezioni del museo, la mostra espone una raccolta di manufatti “esotici” portati da diverse parti del mondo da cittadini milanesi, appassionati, uomini d’affari, viaggiatori, ricercatori.
A tu per tu con Tintoretto. Dialogo dei contemporanei con il Maestro veneziano
Anche quest’anno, come nel 2024 con il Compianto di Bellini, quattro artisti contemporanei sono invitati a mettersi in relazione con un capolavoro del passato. Davanti alla grande tela di Tintoretto Jacopo Benassi, Luca Bertolo, Alberto Gianfreda, Maria Elisabetta Novello si mettono in gioco.
Leonora Carrington, viaggio esistenziale in Italia
La mostra racconta il rapporto che Leonora Carrington ha avuto per tutta la vita con l'Italia, a partire dalla scoperta dell'arte italiana a Firenze fino ad esplorare la sua affiliazione al Surrealismo. In mostra non solo i meravigliosi dipinti ma anche fotografie, libri della sua personale biblioteca e materiale d'archivio.
Nel 2025 ricorre il centenario de l'Exposition Internationale des Arts Décoratifs et Industriels Modernes di Parigi, l'evento che segnò l’affermazione dello “Stile 1925” o Art Déco. Per celebrare l'anniversario, la mostra presenta straordinari esempi di arti decorative italiane ed europee.