La Cappella di Sant’Aquilino torna al suo antico splendore
Programma: Lun - Ven 8.30 - 18.30 I Sab - Dom 9 - 19
Biglietti: Ingresso libero
E-mail:
Luogo: Basilica di San Lorenzo Maggiore
Indirizzo: Corso di Porta Ticinese 35
“Una delle più belle chiese del mondo”: così appariva agli scrittori del Medioevo la Basilica di San Lorenzo Maggiore, straordinaria testimonianza degli anni in cui Milano fu capitale dell’Impero Romano d’Occidente. Siamo abituati a guardarla dall’esterno, passeggiando tra le colonne che sono ormai un simbolo della movida, e invece San Lorenzo ha in serbo tesori sorprendenti. Come la Cappella di Sant’Aquilino, appena uscita da un complesso intervento di restauro. Architettura, pitture murali e pregevoli mosaici ne fanno una delle più significative testimonianze della Milano romana e paleocristiana. L’origine della Cappella precede la costruzione della Basilica: nacque come mausoleo imperiale probabilmente grazie alla regina Galla Placidia, per poi essere dedicata a San Genesio e, infine, al sacerdote e martire Sant’Aquilino, di cui conserva le spoglie in un’urna di argento e cristallo di rocca. Dall’originaria struttura ottagonale intervallata da nicchie, fino agli affreschi dell’abside e agli stucchi della cupola, visitare la Cappella significa immergersi in un tempo lontano. Ma nulla eguaglia lo splendore dei mosaici, che all’origine ricoprivano quasi integralmente le pareti con la rappresentazione della Gerusalemme Celeste e le figure a grandezza naturale dei Patriarchi d’Israele, degli Apostoli e dei Martiri, tra pilastri dorati tempestati di gemme.
Yuko Mohri trasforma suoni, forze naturali e oggetti quotidiani in sistemi vivi: un viaggio tra fragilità, connessioni e impercettibili equilibri, dove tutto vibra in silenziosa armonia.
Sony World Photography Awards 2025: il mondo in 141 immagini
Al Museo Diocesano di Milano in mostra le migliori fotografie dell’anno: un viaggio visivo tra storie, volti e paesaggi che raccontano la complessità del nostro tempo attraverso lo sguardo di 52 autori da oltre 200 Paesi.
Jago alla Biblioteca Ambrosiana: una natura morta carica di armi
L'artista presenta una scultura in marmo che dialoga con la celebre Canestra di Caravaggio: un cesto colmo di armi che riflette sulla violenza contemporanea e sulla fragilità dell’esistenza.