Il caveau di una banca è sempre un luogo di tesori, ricordi e meraviglie. Quello dell’ex Banca Commerciale Italiana, dove un tempo venivano conservati oggetti e materiali di valore, è però una cassaforte po’ speciale. Al posto delle antiche cassette di sicurezza sono custoditi ben 500 dipinti appartenenti alla Collezione di Gallerie d’Italia. Un’ampia sala, progettata nei primi anni del secolo scorso dall’architetto milanese Luca Beltrami, e ridefinita poi da Michele De Lucchi, accoglie due massicce colonne di ordine dorico. La scala, la balaustra del ballatoio e i particolari in ferro e ghisa richiamano i motivi vegetali presenti nei motivi ornamentali dello scalone d’onore del piano superiore, a comporre un progetto di forte coerenza. Le opere d’arte - da Balla a Carrà, da Severini, Picasso - che per ragioni di spazio non trovano collocazione al piano superiore, sono appese su pannelli lungo griglie scorrevoli a scomparsa, protetti da un sistema che ne rende sicura la conservazione, tenendo i capolavori in vista, quasi a creare piccoli percorsi espositivi.
Oltre 200 scatti tra cui oltre 60 tra medi e piccoli formati, scelti e selezionati dall’autore e presentati insieme ad un’intervista inedita, ripercorrono la carriera di uno dei più famosi fotografi contemporanei.
A 150 anni dalla nascita del movimento impressionista, una mostra mette a confronto le personalità e le opere di due pittori, Paul Cézanne e Pierre-Auguste Renoir, che hanno contribuito in maniera decisiva alle fortune dell’Impressionismo e che hanno influenzato le future generazioni di artisti.
L'approccio non convenzionale al mondo del lusso del duo D&G in un viaggio elegante, divertente ed eclettico per riscoprire la storia di uno dei marchi più celebrati del fashion world milanese.
Nella sua pratica, Sang A Han esplora la pittura orientale nel suo adattamento contemporaneo. Sculture morbide e dipinti stratificati realizzati con Meok (inchiostro di china), tessuto di cotone e cuciture sono il risultato di un'intima rivisitazione della tradizione attraverso un procedimento di creazione che l’artista stessa definisce performativo.